La Commissione Ue ha avviato una nuova procedura d'infrazione contro l'Italia per i ritardi accumulati nella lotta alla Xylella, come aveva avvertito lunedì il commissario alla salute Andriukatis dopo l'incontro con il ministro Martina.
L'esecutivo comunitario ha deciso oggi di inviare una lettera di messa in mora alle autorità italiane, in quanto “è estremamente importante che l'Italia attui pienamente la decisione” Ue e “fermi l'avanzata della Xylella”, ha detto all'Ansa un portavoce della Commissione.
Lunedì, durante un incontro bilaterale dedicato alla questione Xylella, “il ministro Martina è stato informato dal commissario Andriukatis che la Commissione non avrebbe avuto altra scelta se non aprire una procedura d'infrazione, a meno che non fossero state prese azioni immediate da parte dell'Italia contro il batterio” killer degli ulivi, ha ricordato il portavoce. L'Italia ha ora 60 giorni di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora di Bruxelles, altrimenti scatta la seconda tappa della procedura d'infrazione che prevede l'invio di un parere motivato.
Una prima procedura d'infrazione era già stata aperta lo scorso dicembre, relativa al ritardo accumulato nell'applicazione della decisione 789/2015. Nel frattempo sono state adottate misure Ue più leggere per la lotta alla Xylella rispetto a quelle iniziali (decisione 2016/764). Dal punto di vista giuridico Ue è quindi diventato necessario avviare una nuova infrazione, essendo state modificate le misure da applicare ma che l'Italia continua a non applicare, e questo anche nonostante una sentenza della Corte Ue.
Un provvedimento osteggiato da molti olivicoltori salentini e dai comitati ambientalisti, che hanno portato la questione fino alla Corte di giustizia europea senza però ottenere alcun conforto. I giudici di Lussemburgo hanno ribadito la necessità di tagliare gli alberi malati per bloccare il contagio e la legittimità di tale diktat rispetto alle norme comunitarie in vigore. Le eradicazioni chieste dall'Europa, allo stato, non sono possibili a causa del sequestro di circa 3.000 alberi, disposto a dicembre dalla Procura di Lecce (e confermato dal gip) e tuttora in vigore, così come la sospensiva disposta dal Tar Lazio.
C.d.G.