I dati forniti dalla Coldiretti. La Cia: “Porteremo l'emergenza Xylella ai tavoli di Bruxelles e del Ministero delle Politiche agricole. Non possono lasciare sola la Puglia nella lotta al batterio killer degli ulivi”
(I sopralluoghi nelle zone devastate dalla Xylella)
Sono saliti a un miliardo i danni provocati dal diffondersi della Xylella fastidiosa che ha infettato circa 10 milioni di piante in Puglia dove è comparsa per la prima volta nell’ottobre del 2012, quando fu data la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo.
E’ quanto afferma la Coldiretti in relazione al deferimento dell'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea da parte della Commissione europea per non aver pienamente applicato le misure europee tra cui l'abbattimento delle piante malate. In cinque anni e mezzo si sono susseguiti errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente alle porte della provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione. A questo punto serve un deciso cambio di passo con risorse per gli agricoltori colpiti e le necessarie “eradicazioni chirurgiche” che se fossero state fatte prima avrebbero risparmiato alla Puglia e all’Italia questa situazione drammatica. Ma occorre ora anche impegnarsi nella attuazione delle buone pratiche agricole in modo da contrastare l’insetto vettore e impedire l’avanzamento del contagio.
(Dino Scanavino sul luogo del primo focolaio di Xylella)
“Porteremo l'emergenza Xylella ai tavoli di Bruxelles e del Ministero delle Politiche agricole. Non possono lasciare sola la Puglia nella lotta al batterio killer degli ulivi. L'avanzata inesorabile del contagio riguarda tutti, è una questione nazionale, la Puglia non può essere abbandonata se non si vuole che il batterio continui a espandersi. Il prossimo governo dovrà mettere in agenda la questione Xylella come una delle sue priorità, cercando una nuova e più proficua interlocuzione con Bruxelles: l'Europa deve rendersi conto che Regione, Comuni e, soprattutto, gli agricoltori stanno facendo il possibile con le risorse a disposizione, che sono largamente insufficienti”. Il presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino e il presidente regionale Cia Puglia Raffaele Carrabba si esprimono all'unisono da Presicce, in provincia di Lecce, a conclusione di una due giorni in Salento di sopralluoghi, con la riunione della Giunta nazionale e incontri con agricoltori e istituzioni, e lanciano un messaggio forte e chiaro.
“Dalla nostra visita abbiamo preso atto di un paesaggio e di una economia devastata che non possono essere un problema solo pugliese ma devono esserlo anche a livello nazionale ed europeo. Un problema enfatizzato da ritardi nell'applicazione di protocolli scientifici che sono uguali in tutto il mondo e che non vanno disattesi, anche in presenza di possibili novità scientifiche che non abbiano ancora avuto applicazione empirica su vasta scala. Serve un impegno del nuovo governo, se mai ci sarà, e anche dell'Unione Europea, che potrebbe assegnare più risorse economiche accoppiate agli uliveti in riconversione. Per questo formuleremo una proposta tecnica, su basi giuridiche credibili per ottenere i fondi. Intanto -ha spiegato il presidente nazionale Scanavino- scriverò ad Emiliano per rappresentargli le nostre impressioni e le nostre proposte dopo la visita compiuta nel Salento”.
(Primo focolaio di Xylella a Gallipoli)
A Ostuni, il 14 maggio, il presidente Dino Scanavino e la giunta nazionale, assieme a dirigenti regionali e provinciali di Cia, hanno incontrato i sindaci di dieci Comuni dell'Alto Salento, il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano e l'assessore regionale alle Risorse Agricole Leonardo Di Gioia. L'incontro ha dato il via a un ampio confronto, durante il quale la Regione Puglia ha spiegato quale sia stato finora l'impegno dell'ente sul fronte Xylella, con i sindaci che hanno avuto modo di mettere in evidenza le difficoltà delle amministrazioni comunali e l'esigenza che il prossimo governo nazionale, senza indugi, si mobiliti seriamente sulla questione. “Chi deve prendere delle decisioni non siamo noi, a noi agricoltori tocca rispettarle -ha aggiunto Carrabba-. È stato fatto il monitoraggio e ora bisogna andare avanti con tutte le azioni necessarie, sia quelle di contrasto destinate a contenere l'avanzata del batterio, sia i reimpianti che devono assicurare un futuro all'olivicoltura. Quando nelle nostre aziende dobbiamo affrontare un problema, ci rimbocchiamo le maniche e interveniamo, nottetempo o all'alba, e sappiamo perfettamente che procrastinarlo complicherà ulteriormente le condizioni”.
In tempi non sospetti, Cia-Agricoltori Italiani disse che la Xylella fastidiosa non avrebbe aspettato i tempi della giustizia, della politica e della burocrazia, e così è stato. Attualmente l'intera provincia di Lecce risulta zona infetta. Due terzi della provincia di Brindisi e un terzo della provincia di Taranto rientrano tra zona infetta e zona di contenimento, mentre tre comuni della provincia di Brindisi e sei comuni della provincia di Taranto insieme a uno della provincia di Bari rientrano nella zona cuscinetto. L'organizzazione agricola incalzerà il prossimo governo affinché il contrasto alla Xylella entri tra le priorità dell'agenda politica nazionale ed europea. La Giunta nazionale Cia-Agricoltori Italiani riunitasi a Ostuni ha approvato un documento che fotografa lo stato dell'arte e traccia un preciso indirizzo nella direzione della semplificazione delle procedure amministrative per l'espianto degli alberi infetti, del riconoscimento in tempi rapidi e certi del dovuto ristoro e della necessità di incrementare le risorse a disposizione, del tutto esigue, anche per avviare concretamente, con procedure chiare e tempi celeri, le operazioni di reimpianto utilizzando le varietà che hanno dimostrato un alto indice di tolleranza al batterio. Cia-Agricoltori Italiani metterà a punto una proposta affinché gli aiuti accoppiati della PAC e il Piano di Sviluppo Rurale considerino l'eventualità di finanziare, anche con un'aggiunta, chi estirpa l'uliveto infetto per trasformarlo o reimpiantarlo. “Il problema è ormai endemico. Gli agricoltori sono alla canna del gas -ha affermato senza mezzi termini il presidente Cia Salento Benedetto Accogli – Qui c'è un frazionamento notevole delle imprese agricole e ci sono alcune aziende che non prendono nemmeno gli aiuti Pac. Anche le aziende strutturate, quando col passare del tempo arriveranno a zero ulivi, come si reggeranno se non ci aiutano a reimpiantare? Le risorse sono poche, se non si redige una legge nazionale speciale, con fondi ad hoc per la Xylella, non ci saranno soldi per intervenire. Dalla Comunità Europea non è mai arrivato un euro”.
(L'incontro con i sindaci ad Ostuni)
La delegazione nazionale accompagnata dai dirigenti Cia Puglia ha visitato le zone colpite, ha attraversato campi spettrali ma ha anche potuto osservare l'esempio di imprenditori che hanno adottato buone pratiche e stanno provando a salvare le piante con gli innesti. “C'è bisogno di una regia nazionale che inietti delle risorse necessarie per cercare di contenere questa malattia – ha aggiunto Pietro De Padova, presidente Cia Due Mari – perché se viaggia alla velocità di 30 chilometri all'anno presumiamo che prossimamente possa invadere anche altre regioni. I fondi del Psr sono un primo aiuto positivo, ma non bastano, la Regione Puglia non può essere lasciata sola dai livelli istituzionali nazionale ed europeo”. A subire i danni collaterali sono anche il settore vivaistico, altra vittima della Xylella, e gli agriturismi. L'ulivo è emblema del paesaggio salentino e incarna la storia, la cultura e la tradizione del sud della Puglia. Sono a rischio i flussi nelle strutture espressione pura e sempre più innovativa della multifunzionalità in agricoltura. Giulio Sparascio, presidente di Turismo Verde-Cia esprime preoccupazione: “Chiediamo come operatori agrituristici di evitare allarmismi e abbassare i toni per quanto concerne l'utilizzo di fitofarmaci nel rispetto del decreto Martina, altrimenti insieme all'olivicoltura ci giocheremo anche il turismo. Stiamo solo cercando di intervenire per salvare un patrimonio di inestimabile valore per questa regione, con tutte le precauzioni e le certificazioni del caso. Sta arrivando un messaggio distorto. Venite in Puglia, perché questo territorio continua a rispettare la natura e a coltivare valori”.
C.d.G.