Dopo quanti anni una vite è troppo vecchia? A questa domanda ha provato a rispondere Decanter.
La rivista inglese ha girato la domanda al Master of Wine Andrew Caillard. “Nel corso dei decenni, nuovi livelli di crescita, come gli anelli di un albero, si traducono in vecchi vigneti più solidi – dice Caillard -, contorti e nodosi. Il 'bisnonno' a secco, piantati durante il 1860, nella collina delle Grazie ad Henschke in Australia sono un perfetto esempio di vite che continuano a produrre frutti dai sapori e profumi intensi, saporiti ed equilibrati. Queste viti si sono adattati all'ambiente per un lungo tempo, sono in qualche misura più resistenti alla siccità e alle condizioni estreme. Tuttavia, le viti anziane sono più inclini a malattie e danni, e la sopravvivenza dei vecchi vitigni non può essere garantita, nonostante gli sforzi per prolungare la loro vita. Pratiche biodinamiche e pacciamatura sono stati introdotti nella Collina di Grazia Vigna parzialmente in risposta alla condizione di declino e vigore delle vigne più vecchie. Mantenere vecchi vigneti in produzione commerciale non sempre ha senso economico. C'è un punto in cui la gestione della vite diventa troppo costosa commisurata ai rendimenti, la qualità e il reddito complessivo. Il tasso di declino dipende da molti fattori, tra cui vitigno, portainnesto, suscettibilità alle malattie, conduzione e fattori ambientali. A Bordeaux, viti mature sono spesso sostituite dopo circa 35 anni, considerato da molti come la vita commerciale di una vite ed equivalente ad una generazione umana. Vecchi vitigni, infatti, non necessariamente producono i frutti migliori. Una vite relativamente giovane, ma matura, tra i 10 e i 30 anni, piantata in un sito idoneo e ben gestita è in grado di produrre frutta squisita, come testimoniato da quelle piantate in alcuni dei più famosi terroir in tutto il mondo”.
C.d.G.