“Dopo il coronavirus la ristorazione italiana si potrà salvare solo con il ritorno alla cucina popolare, altrimenti sarà la fine per molte aziende”.
A dirlo all’Ansa è Gianfranco Vissani. E aggiunge: “Non sarà facile far tornare i turisti in Italia, passerà tanto tempo e se le nostre aziende, soprattutto quelle medio-piccole, non saranno sostenute concretamente dalla Stato, rischiano di scomparire tutte e questo sarebbe un disastro per la storia, la cultura e la tradizione del nostro Paese”. Sostegno economico e prodotti di qualità per Vissani sono “gli assi portanti perché si possa continuare immaginare un futuro nella ristorazione”. “Se riusciremo a riaprire le nostre attività – ha sottolineato – dovremo innalzare ancora di più la qualità, basta con prodotti creati con la chimica dove la carne non è carne e il pesce non è pesce”. Invoca il ritorno alla “griglia, ai crostini, al caciucco, a tutti quei piatti nobili – ha detto – che hanno fatto grande la nostra ristorazione”.
“Se intraprenderemo questa strada, forse, riusciremo a venirne fuori, ma prima occorre che lo Stato ci salvi”. Vissani evidenzia anche un aspetto a suo dire “positivo” legato all’emergenza Covid-19: “Dovendo restare a casa ha fatto riscoprire il valore dello stare insieme in famiglia”, spiegando che è “naturale” che tutti sui social mostrino i piatti cucinati. “Io invece – ha concluso – ho deciso di riposarmi, mangio quello che capita senza fare grandi cucine”.
C.d.G.