Negli ultimi cinque anni 1,8 milioni di italiani hanno ridotto, se non abbandonato del tutto, il consumo di bevande alcoliche, secondo un recente studio condotto da Nielsen per Federvini.
E tra chi continua a consumare le bevande alcoliche, una schiera di 32,2 milioni sul territorio nazionale, diminuisce tuttavia la frequenza del bere, che passa da 4 volte a 3,6 la settimana. Il vino rimane il prodotto più diffuso, ma è in calo il consumo sul mercato interno del 5%.
In flessione più decisa il trend dei liquori (-30%), dei distillati (-17%), dei cocktail alcolici (-31%). Tengono invece i consumi di champagne, spumante e prosecco e quelli di aperitivi alcolici.
In uno scenario nazionale caratterizzato da impatti negativi sui consumi dovuti al protrarsi della crisi, anche il comparto rappresentato da Federvini – Federazione Italiana Industriali Produttori Esportatori e Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti e Affini – “ha registrato nel 2015 un andamento poco dinamico, zavorrato inoltre dal peso degli aumenti d'accisa sulle bevande alcoliche e da altre criticità legate alla percezione delle stesse” ha lamentato il presidente di Federvini, Sandro Boscaini, in occasione dell'Assemblea Generale 2016 che, oggi a Roma, ha approvato la Relazione sull'attività 2015.
“Occorre ridare dignità – è l'appello del presidente Federvini, Boscaini – al mercato interno e ai consumi domestici e riconoscere alle produzioni di vini, di spiriti e di aceti un ruolo strategico nell'economia nazionale. E' un gesto doveroso nei confronti dei nostri consumatori, cui la crisi economica degli ultimi anni ha imposto di rivedere totalmente i criteri di spesa, ma lo è anche nei confronti dei milioni di turisti che ogni anno visitano l'Italia e per tutti coloro che guardano al nostro stile di vita”.
C.d.G.