Un’alleanza agricoltura e turismo per promuovere le produzioni tipiche delle Marche e favorire l’incoming di visitatori alla ricerca non solo del mare, ma anche dei piccoli borghi, delle città d’arte e di uno stile di vita di qualità, rilassato, dall’alto valore sociale. È l’obiettivo emerso nel corso del convegno organizzato oggi a Vinitaly nello stand della Regione Marche (106 aziende al padiglione 7) sul tema “L’enoturismo delle Marche: la nuova sfida per la nostra Regione”, per potenziare un turismo di alto livello e ampliare l’offerta puntando sull’agricoltura e l’agroalimentare e creando una rete in grado di attrarre visitatori e, parallelamente, sostenere le esportazioni. In quest’ottica, spiega Magda Antonioli Corigliano dell’Università Bocconi di Milano, che ha condotto una ricerca presentata alla presenza dell’assessore Andrea Maria Antonini, “l’enoturismo, la promozione di una logica di filiera, la qualità dei servizi, una maggiore sinergia fra pubblico e privato da concretizzare attraverso la formazione, una spinta verso la digitalizzazione e la creazione di una rete di prodotti, possono rappresentare una leva per rilanciare un turismo che già oggi incontra un giudizio positivo per esperienza e servizi fruiti”.
“L’obiettivo è quello di andare verso una valorizzazione dell’intero territorio rurale e non solo delle singole produzioni – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini – e la legge sull’enoturismo varata dalla Regione Marche promuove i criteri di professionalità e offre nuove opportunità di crescita al settore food & wine”. “Fondamentale, per sostenere una nuova valorizzazione del territorio e delle cantine, la collaborazione fra privati e pubblica amministrazione”, come ricorda la dirigente del settore Agricoltura, Francesca Severini e, aggiunge Marco Bruschini, direttore di Atim (Agenzia regionale per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche), “la presenza di molti sindaci marchigiani al convegno è lo specchio della volontà di avviare un dialogo costruttivo al fianco delle imprese e dei territori”. L’agricoltura nelle Marche rappresenta circa la metà del territorio regionale e il 12% del Pil con una forte vocazione al biologico, tanto che l’assessore Antonini sottolinea: “Abbiamo il distretto bio più grande d’Europa e le province di Ascoli e Fermo sono quelle con la maggiore incidenza di superfici vitate bio in Italia”.
“Cibo e vino – ricorda la professoressa Antonioli Corigliano – rappresentano un driver di scelta per un numero sempre maggiore di consumatori, una componente trasversale in ogni viaggio, che si stima incida tra un quarto e un terzo sul budget di ogni turista, a cui spesso si aggiungono prodotti tipici acquistati o ri-acquistati sul territorio. Cibo e vino, al pari di arte, architettura, musica, poesia, cultura, sono asset intangibili di prim’ordine, ambasciatori del cosiddetto Italian way of living”. La ricerca mette in evidenza che il brand Marche è associato in primo luogo associato al mare e alle località balneari, ma anche ai borghi e le città d’arte. Il potenziale di crescita è altissimo, in particolare nel settore agroalimentare. La conferma viene dall’indagine condotta su un’estrazione di oltre 37.700 post su Instagram (dei quali oltre 22.400 legati alle località e oltre 15.200 focalizzati sull’enogastronomia delle Marche). “Dalle analisi effettuate su dati The Data Appeal – riporta la ricerca – non emerge una correlazione diretta tra gli argomenti più discussi dai viaggiatori sulla destinazione e le produzioni tipiche tutelate da Food Brand Marche. “La legge sull’enoturismo rappresenta una delle strategie più importanti per un territorio che non si inserisce negli itinerari del turismo canonico, ma che ha enormi potenzialità”, dichiara il presidente dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), Michele Bernetti. Un’opportunità condivisa anche dal presidente del Consorzio Vini Piceni, Giorgio Savini, che considera la normativa regionale “una nuova leva promozionale per il mondo del vino”.