Dopo quattro anni di negoziati l’Unione Europea e il Giappone hanno raggiunto un’intesa politica per un accordo commerciale.
Il Paese del Sol Levante è la quarta economia al mondo e l’Unione Europea è il secondo più grande partner commerciale dell’Asia. Con più di 757 milioni di euro all’anno rappresenta il quinto mercato di destinazione dei vini europei. “L'accordo di libero scambio con il Giappone rappresenta un risultato molto importante per il vino italiano ed Europeo. Un traguardo che premia gli sforzi della Commissione Europea, e del Governo, sostenuto attivamente da Unione Italiana Vini, le cui sollecitazioni hanno contribuito alla sua concretizzazione”. Con queste parole Antonio Rallo, Presidente di Unione Italiana Vini, commenta la conclusione del negoziato dell'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Giappone, importante traguardo per il settore vitivinicolo italiano e frutto dei delicati negoziati tra i rappresentanti istituzionali del Paese asiatico e della Commissione Europea.
“Il Giappone rappresenta un mercato strategico per il nostro vino, il primo nel contenente asiatico. Dopo un 2016 incerto, l’export nel primo trimestre 2017 è cresciuto dell’8% in volume e del 5% in valore – continua Rallo. Consideriamo questo risultato un ulteriore passo in avanti in materia di semplificazione e flessibilità del commercio. In modo particolare è importante per l’eliminazione completa dei dazi sui vini imbottigliati, spumanti e sfusi all’entrata in vigore dell’accordo, che, in questi ultimi anni, hanno creato un significativo gap tra l’Italia e alcuni Paesi come il Cile e l’Australia, agevolati da accordi tariffari preferenziali. Grazie a questo accordo, possiamo confrontarci sullo stesso piano dei principali competitor e confidiamo che la qualità e la reputazione dei nostri vini possa far spostare l’ago della bilancia verso l’Italia. L'accordo raggiunto è un passo fondamentale anche per il riconoscimento e la protezione delle Indicazioni Geografiche. Sono, infatti, 205 le Ig europee che saranno protette in Giappone, di cui circa 150 sono relative al vino”.
“Il trattato risolve alcune “barriere tecniche” relative agli standard europei in materia di pratiche enologiche, migliorando l’accesso al mercato nipponico dei nostri vini – conclude Rallo. Desidero rivolgere un sentito ringraziamento alla Commissione Europea e al Governo italiano per l’impegno profuso e auspico un celere processo di ratifica dell’accordo per consentire alle nostre aziende di beneficiarne già nel breve periodo”.
C.d.G.