Vino a Taste of Italy, è stato presentato stamane il padiglione che racconterà la storia e i territori vinicoli del Bel Paese all'Expo 2015.
Allo Spazio Open Colonna del Palazzo delle Esposizioni di Roma, è stata rivelata la vetrina curata dall'architetto Italo Rota. Alla presentazione sono intervenuti Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Diana Bracco, Commissario generale di sezione per il Padiglione Italia, Riccardo Cotarella, Presidente del Comitato scientifico del Mipaaf per il Padiglione del Vino ad Expo 2015, Ettore Riello, Presidente di Veronafiere, Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere e l’architetto Italo Rota, Direttore artistico del progetto.
Tutto il progetto ha come leitmotiv la semplicità, come ha spiegato Rota. “Il percorso si basa su due piani. Il piano terra sarà dedicato all'esperienza emozionale. In un'area tridimensionale sarà proiettato un film che racconta un anno di lavoro, che è poi il ciclo del vino: i territori e i loro colori come cambiano durante le stagioni, le fasi di produzione, il consumo che se ne fa nella quotidianità . Il pian terreno focalizza su vista e olfatto, grazie anche alla presenza di 50mila litri di vino che metteranno l'odore del mosto al centro di questa esperienza. Nell'arrivare al primo piano si salirà una scalinata scenografica, avvolta in acini policromatici e foglie che fungeranno da video. Al primo piano spazio invece al gusto, con un enoteca permanente e con 1000 vini in degustazione, come romanzi da leggere e che saranno spiegati da persone competenti”.
L’introduzione è stata affidata al critico d’arte Philippe Daverio, con il discorso “Il Vino creatore della Storia, dell’Arte e del Paesaggio”. Il quale ha ribadito come il racconto dell'Italia che passa attraverso il vino sia il racconto di tutta l'Europa e del suo paesaggio e di come è cambiato nei secoli attraverso la vitivinicoltura, “ma noi ci riflettiamo sempre troppo poco, rispetto a francesi e tedeschi. Ha giocato un ruolo preponderante invece nella civiltà occidentale – ha detto – Le più belle musiche dedicate al vino sono state composte in italiano, la progettazione architettonica più interessante legata a questo settore è in Italia, non c'è cartolina di senso del Belpaese oggi che non abbia una vigna. Approfitto della presenza del Ministro per riproporre una mia vecchia proposta – a suo tempo respinta – ovvero eleggere in modo diretto il ministro dei Beni Culturali e fare in modo che che il candidato provenga dal mondo del vino, perché i vignaioli sono stati gli unici imprenditori in questi anni ad aver combinato eredità storica e prodotto contemporaneo”.
Per la squadra di Vinitaly Expo 2015 è già iniziato, come ha detto in conferenza il direttore Mantovani. “Stiamo lavorando infatti a degustazioni e masterclass che anticiperanno l'apertura ufficiale dell'evento. In quella sede poi vi saranno spazi dedicati a produttori, consorzi, territori che vogliono approfittare dell'occasione per farsi conoscere a curiosi, appassionati ma anche ad operatori del trade. Sarà di sicuro l'area più dinamica del padiglione, dove sarà possibile anche incontrare tanti operatori del settore formati per l'evento e penso al lavoro che il Vinitaly sta facendo con l'International accademy e allo shop che appronteremo per la vendita di vino in loco”. Il Padiglione però dovrà andare oltre la promozione. Per il presidente di Veronafiere, Ettore Riello “la cosa più importante è che questo happening non si traduca solo in una vetrina, ma che sia un contenitore enorme di contenuti che possano tracciare delle strade da perseguire per il futuro della filiera”.
Riccardo Cotarella evoca gli aspetti della vita del nostro Paese legati al vino, “penso all'arte in generale, alle pagine di poeti, scrittori, ai pittori , agli architetti, a quanto il vino sia fonte di ispirazione per loro. E penso ai vitivinicoltori e quanto hanno fatto per il nostro paesaggio, preservandolo e prendendosene cura, poi c'è l'università con leve sempre più numerose e motivate. Penso anche agli imprenditori che hanno portato nel mondo la meccanizzazione tutta italiana. io che giro tanto vedo sempre più nomi italiani sui macchinari usati all'estero”. Cotarella ha colto anche l'occasione di rivolgere più di un appello al ministro Martina: “non siamo mai stati seguiti tanto come in questi sette mesi e per questo motivo chiedo alle istruzioni di aiutarci a far fronte a due grosse nostre zavorre: la prima, l'incapacità di fare sistema; la seconda quella di non essere ancora capaci di comunicare al meglio le cose che facciamo. L'Expo rappresenta un'occasione d'oro per superare questi limiti. Terzo invito che giro al ministro è quello dell'importanza dell'export. L'Italia è il Paese vitivinicolo con il rapporto ettari/ azienda più basso. Come dice Angelo Gaja “piccolo è anche bello” ma crediamo le condizioni per far conoscere l'intero sistema vino fuori dai nostri confini”.
Tutto il padiglione Italia si baserà sul concetto del rapporto tra Uomo e Territorio, sulla potenza e sul limite del fare. Questo uno dei temi che ha presentato il commissario Diana Bracco. “L'altro tema a cui teniamo tanto è quello del vivaio, ovvero il focus sui giovani e penso al progetto del Comitato Grand Cru d'Italia che formerà un gruppo di giovani sommelier cinesi che avranno poi modo di raccontare il nostro vino nel loro Paese di origine e al master in discipline agroalimentari che stiamo progettando proprio con il ministro Martina. Dopo Dubai ci sono già in lizza Londra e Parigi per i prossimi Expo'. Questo dice come questo evento sia vissuto come un'occasione imperdibile dalle grandi metropoli”.
“Con oggi mettiamo un punto fermo al nostro lavoro – è intervenuto Martina -. Non stiamo parlando solo di un settore specifico e della sua filiera, nè tantomeno solo di un'eccellenza italiana. Il vino vuole proporsi con Expo 2015 come una chiave di interpretazione del Paese, un settore che ha in sé tutto quello che ci rappresenta al meglio: passato, futuro, innovazione, bellezza, cura. Questo è solo il primo di una serie di appuntamenti, dopo l'estate altri ne seguiranno perché ci serviranno spunti e perché no anche critiche per proseguire verso maggio 2015. Intanto il mio invito è quello di imparare a essere più orgogliosi del lavoro che sappiamo fare”.
C.d.G.