Un Vinitaly da record. E questa frase viene detta e ripetuta sempre dai vertici di VeronaFiere. Lo avevano fatto ieri nel corso del taglio del nastro di OperaWine (a proposito, leggi qui i nostri assaggi) e lo ripetono oggi, nel corso del taglio del nastro dell’edizione numero 55 che terminerà il prossimo 5 aprile. E i numeri sembrano dar ragione a VeronaFiere: a Vinitaly 2023 si contano 4.400 espositori, oltre 100 mila metri quadrati di spazi espositivi, il “tutto esaurito” ormai da settimane e, infine, i 18 padiglioni con eventi, masterclass e wine-talk. Insomma dalle parti di viale del Lavoro a Verona hanno di che essere contenti. “Mi pare che ormai sia chiaro dell’impronta, tutta o quasi, orientata al business che la nuova governance di VeronaFiere ha voluto dare al Vinitaly – dice il presidente Federico Bricolo – Oltre ai 400 eventi in calendario, mi piace sottolineare il grande lavoro fatto nelle attività di incoming. Ormai lo possiamo dire: Vinitaly è la più grande fiera del vino al mondo e genera, in questi 4 giorni, oltre 4 miliardi di audience”.
“Il Vinitaly è una manifestazione grandiosa – dice Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati – Il vino è molto importante dal punto di vista culturale, ma anche di identità, tradizione e orgoglio. E poi c’è Verona, una città che dimostra, proprio nella fiera, le sue potenzialità infinite”. “Una città che si presenta da sola – dice il sindaco di Verona Damiano Tommasi – Non vi nascondo la mia emozione di oggi e comprendo la responsabilità della nostra città in un evento simile”. Ma Luca Zaia, il presidente della Regione Veneto, non ha dubbi: “Noi siamo i numeri uno – dice – Come sapete, il dato nazionale di export del vino racconta degli 8 miliardi di euro. E di questi, oltre il 36 per cento è fatto dal Veneto (in grandissima parte, però, con il Prosecco, ndr). Il vigneto del Veneto pulsa e vale quasi 3 miliardi di export. Sulla questione della certificazione, credo che si possa e si deve fare di più. Abbiamo 15 vitigni resistenti che ci consentirebbero di portare meno chimica in vigneto. Basta dare un’occhiata ai nostri cugini francesi che hanno autorizzato qualche uva resistente. Ecco dovremmo prendere spunto e farlo anche noi. Il ministro Lollobrigida? Non lo dico perché è qui, ma si sta muovendo benissimo”.
“Quest’anno abbiamo dedicato molta attenzione all’incoming dei buyer – dice Maurizio Danese, amministratore delegato di VeronaFiere – A livello di numeri, intendo come presenze, viaggiamo a più del doppio. Mentre sono segnati in agenda oltre 10 mila incontri b2b, cinque volte in più rispetto l’anno scorso”. “Verona è una eccellenza in una regù veloce delle altre – dice il ministro Francesco Lollobrigida – Noi dobbiamo cercare di far viaggiare tutte le altre, allineandole al modello Veneto. Abbiamo tanta qualità ed eccellenza. Dobbiamo mostrarle al mondo nel modo migliore possibile”. Prima del taglio del nastro, sono stati consegnati quattro premi: il primo alla memoria di Angelo Betti, ideatore e creatore del Vinitaly, scomparso tanti fa. La medaglia-ricordo è stata ritirata dalla nipote, che è anche giornalista, Maria Neve Betti; a seguire il riconoscimentoper Joseph Schuller, chairman dei Masters of wine: premio anche a Marco Simonit per il suo metodo di potatura delle vigne ormai conosciuto in tutto il mondo e, infine, all’enologo deglio enologi: Riccardo Cotarella.