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Scenari

Cinque vini per una Brat Summer tutta da bere

11 Agosto 2024
I vini della Brat summer. Da sinistra Agricola Giammalvo, Brezza, Atmospheres, Joe Landron,PaneVino, Tanka Salina,Camillo Donati, Il Mio lambrusco, Cuvèe Les Gastronomes Blanc De Noirs – Champagne Cohésion I vini della Brat summer. Da sinistra Agricola Giammalvo, Brezza, Atmospheres, Joe Landron,PaneVino, Tanka Salina,Camillo Donati, Il Mio lambrusco, Cuvèe Les Gastronomes Blanc De Noirs – Champagne Cohésion

Siamo nel pieno della Brat Summer, un’estetica che parte da un disco con la copertina di verde slime, e parla di come essere se stessi in modo autentico, abbracciare i nostri difetti senza avere paura dei giudizi, dei canoni, della coolness.

Tutto è iniziato in giugno quando il disco della cantante Charli XCX è atterrato, energicamente anticonformista nelle vite di tutti noi, con una copertina audacemente sciatta, con colore slime green (verde acido) e un aggettivo fuori fuoco, impresso in un font poco elegante: Brat.

Brat in inglese significa una persona monella, nel senso di ragazzina impertinente, e un po’ maleducata, sfacciata, ma con una connotazione di orgoglio e autodeterminazione, non di biasimo, insomma riassumendo: libera.

Da lì, meme, canzoni e fiumi d’inchiostro e questa estate 2024, da Tik Tok alla campagna elettorale di Kamala Harris, ha sposato in tutto questa nuova estetica, che si contrappone ad ogni ostentazione, ricercatezza fine a se stessa, per inseguire un ideale di autodeterminazione totale, fuori dagli schemi astratti e delle tassonomie dominanti, che sembrano sempre dirci come dobbiamo non solo vestirci e apparire, ma essere, anche. 

Abbracciare l’estetica brat significa quindi rifuggire ogni tipo di (più o meno) patinata perfezione, ogni tipo di posa atta a compiacere lo sguardo o il gusto degli altri, per essere autenticamente e (forse) felicemente ciò che siamo e che ci piace essere. 

La brat summer è l’estate in cui si rivendica la libertà di fare qualche pazzia o di comportarsi in modo indisciplinato: una specie di invito a emanciparsi dalle convenzioni e a divertirsi senza curarsi troppo delle regole, ma anche ironico, intendendo cioè che in realtà non si farà nessuna vera follia, anche se è bello illudersi che sia così.

Che vini dovremo stappare nella Brat Summer perché in estate beh, qualcosa, anche più di qualcosa, bisogna sempre stappare? 

Ho pensato a una playlist di vini, sinceri orgogliosi dei propri difetti, della loro diversità, che amano essere come sono e piacere nel loro essere imperfetti, come le nostre vite, come le nostre estati come le nostre storie d’amore. 

Se Volture ha pubblicato un elenco di romanzi da Brat Summer>, e Vogue> una carrellata di outfit ispirati alla stessa, perché non possiamo berci anche qualcosa su, a questa Brat Summer 2024? 

Ho selezionato qui, alcuni vini brat, da bere nelle sere brat, torride, indolenti e bellissime, vini veri, sinceri, arditi, con etichette forse poco cool, ma di grande, grande carattere, come i vari liquidi odorosi che contengono queste bottiglie, e perché forse sì i font con le grazie sono sopravvalutati. 

Atmospheres, Joe Landron: vino spumante, e basta, dalla Loira, senza annata, senza niente, solo buono, minerale, gagliardo, una leggera nota ossidativa che alcuni maschi bianchi cisgender chiamano, ancora, nel 2024 difetto. Così classicamente senza tempo da sembrare quasi avanguardista, se fosse una canzone sarebbe di Jean Ferrat. Il miglior spumante che non avete, ancora, bevuto.

PaneVino, Tanka Salina: non chiedetemi i vitigni, nella brat summer i vini sono sempre blend di uve strane, che nemmeno si sanno bene, e quasi mai sono indicati in etichetta. Semplicemente un rosso dalla bevibilità quasi arrogante, quella volatile che sostiene e non limita al naso, quella forza sublime che hanno i vini quando senti che sono nati liberi, sardo ma non di quella Sardegna da milanesi. Se Fabrizio De Andrè fosse ancora vivo, ne berrebbe parecchio. 

Camillo Donati, Il Mio lambrusco: Brat già dal nome, e della label, di base il tappo a vite è sempre brat, ma in questo caso accompagna, e tappa un vino dalla bevibilità compulsiva, tragicamente appagante, drammaticamente indimenticabile. La bollicina è poco intensa, il colore troppo scuro… il naso per i soliti maschi bianchi cisgender potrebbe essere definito lievemente ridotto. Da bere, sempre, anche a stomaco vuoto, ovviamente se non guidate.

Agricola Giammalvo, Brezza: L’estetica era brat prima del brat, etichetta verde acido, e font fuori misura, in palette precisa con la copertina del disco di Charlie XCX. Ma è brat a la scelta dell’uva è un Viognier, fatto in Sicilia, oltre il semi-totalitarismo che vedi produttori artigiani quasi sempre dei forzati dell’autoctonismo. Un vino territoriale lontano sia dalle taglienti freschezze modaiole, sia dalle ruffiane riconoscibilità olfattive da tropici tristi.

File under: brat summer made in Sicily.

Cuvèe Les Gastronomes Blanc De NoirsChampagne Cohésion: uno champagne ci vuole, sempre, nella vita, lo champagne della Brat summer deve essere per forza un Meunier in purezza, il vitigno Brat per eccellenza dello Champagne, sottovalutato, snobbato, appunto perchè orgoglioso, identitario poco incline ai compromessi. Un progetto interessantissimo con dietro due italiani, etichetta stilizzata, eccentrica e poco francese, ma favolosamente nuova e young. Uno champagne da avere sempre in frigo, perché anche in mezzo a una crisi climatica motivi per brindare ce ne sono sempre, il brat-champagne che stavate cercando.