Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Vigneti biologici, battuta d’arresto

24 Ottobre 2012
vignetobiologico vignetobiologico

La crescita delle superfici vitate convertite a biologico si è fermata.

Lo aveva anticipato Marco Baccaglio autore del blog I Numeri del Vino ieri ad Erbusco all'incontro sul futuro del vino di qualità organizzato da Maurizio Zanella, fondatore di Ca' del Bosco e presidente del Consorzio Franciacorta, e tenutosi nella sua cantina.

Il quadro è aggiornato in base ai dati rilasciati dal Sistema di Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica e Baccaglio lo analizza in un suo post dipingendo il trend che la viticoltura biologica ha seguito nell'ultimo periodo relativo al 2011. 

Come scrive sul suo blog, la superficie vitata a biologico si attesta a 53 mila ettari, che corrisponde all'8% del vigneto italiano. Di questi 53 mila ettari 19 sono attualmente in conversione. Mettendo a confronto i dati del 2010 che vedeva 43 mila ettari in biologico con 10 in conversione, l'esperto dei numeri del vino ha rilevato un calo del 20% a fronte di un raddoppio delle superfici in conversione. 

Ecco la spiegazione che dà di questo calo Baccaglio: “Se consideriamo che ci vogliono 3 anni per la conversione, con qualche calcolo possiamo dire che sono “entrati in produzione” nel 2011 circa  12mila ettari (cioè un terzo degli ettari in conversione dei 3 anni precedenti), il che significa che nel 2011 sono stati espiantati o hanno perso le caratteristiche per essere classificati come biologici 21mila ettari di vigneto biologico (43mila che erano più 12 mila entrati meno 34mila che ci sono, uguale 21mila), cioè quasi il 50% dei 43mila ettari presenti”.

Gran parte della percentuale del vigneto biologico italiano, il 45%, si trova in Puglia e in Sicilia. Anche se, come ha rilevato Baccaglio, “tutte le grandi regioni contributrici di vigneto biologico hanno avuto numeri in calo rispetto al 2010”.  In Sicilia si è passati da 17mila a 15.6mila ettari, in Puglia da 8400 a 8mila, in Toscana da 6mila a 5mila e così via. In contro tendenza due regioni. In Umbria gli ettari sono passati da 600 a quasi 2900 mentre in Sardegna sono entrati in produzione oltre 500 ettari, portando il totale da 750 a 1250 ettari. Una crescita leggera poi si è registrata in Calabria, Campania, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.

C.d.G.