Sul suo ruolo non avevamo mai avuto dubbi.
E lo raccontava il nostro Emanuele Scarci in questo articolo> di qualche giorno fa. Mauizio Danese, dopo l’elezione del nuovo sindaco di Verona, sarebbe diventato il nuovo Ad di Veronafiere. Dopo la nomina di Federico Bricolo a nuovo presidente, VeronaFiere ha di fatto creato una figura ad hoc per Danese. E si rimane sempre in attesa del nuovo Dg, dopo i saluti di Giovanni Mantovani che comunque rimarrà nell’orbita di VeronaFiere. A sorpresa, però il Cda non ha atteso il ballottaggio e quindi la nomina del nuovo sindaco di Verona (se la giocano l’ex calciatore Damiano Tommasi e l’uscente Federico Sboarina).
E ha nominato oggi, all’unanimità Maurizio Danese come nuovo amministratore delegato, “nel segno della continuità aziendale”, si legge in una nota. La nuova figura, come detto, è prevista dalle modifiche allo Statuto volute dai Soci e approvate nell’assemblea nel febbraio scorso. Assieme al Consiglio di amministrazione, Veronafiere garantirà il bilanciamento adeguato con le altre figure manageriali e la salvaguardia del patrimonio di esperienze nelle relazioni politico-istituzionali e nelle industry rappresentate. Ad oggi, la compagine societaria di Veronafiere SpA è così composta: Comune di Verona (39,483%), Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (24,078%), Camera di Commercio di Verona (12,985%), Cattolica Assicurazioni (7,075%), Banco BPM Spa (7,009%), Agenzia Veneta per l’Innovazione nel Settore Primario (5,379%), Provincia di Verona (1,401%), Intesa Sanpaolo Spa (1,354%), Banca Veronese Cooperativo di Concamarise (0,883%), Immobiliare Magazzini Srl (0,188%) e Regione Veneto (0,161%).
A spingere verso un’accelerata dei vertici, probabilmente, il caos-ballottaggio a Verona. Infatti, l’uscente Federico Sboarina ha rifiutato l’apparentamento con Flavio Tosi (ex sindaco di Verona e terzo alla scorsa tornata di elezioni del 12 giugno) al ballottaggio per le amministrative a Verona. E’ stato lo stesso Sboarina ad annunciarlo poco fa in una conferenza stampa. Sboarina, in svantaggio di 7 punti (40% contro 33%) rispetto al candidato del centrosinistra, Damiano Tommasi, tenterà in sostanza il recupero contando sulla coalizione, con dentro Lega, Fdi e lista Brugnaro, che l’ha sostenuto al primo turno. “Il cuore del centrodestra batte unito – ha detto Sboarina – Sì al contratto con i veronesi. No agli accordi di Palazzo”. Una decisione che non sarebbe andata giù ai vertici di Forza Italia, a quanto si apprende, che hanno chiesto l’intervento di Giorgia Meloni: “Una decisione incomprensibile, segno di una vocazione alla sconfitta che rischia di consegnare alla sinistra anche una città importante come Verona – dicono da Forza Italia – La scelta di rompere il centrodestra non va nell’interesse dei cittadini che ancora domenica hanno premiato la coalizione, non ha mai dato e non darà nemmeno stavolta buoni frutti. Stupisce che si escluda dalla possibilità di un apparentamento il partito fondatore del centrodestra e che chi parla di unità pratichi la divisione. Confidiamo nella capacità di Giorgia Meloni di riportare alla ragione il candidato del suo partito”.
C.d.G.