di Emanuele Scarci
Giovanni Mantovani lascia, come avevamo anticipato a gennaio, la poltrona di direttore generale di Veronafiere dopo circa 21 anni.
L’1 luglio, alle ore 20, il top manager saluterà gli amici in un “Summer party a new beginning” a Grezzana, in Valpantena, presso l’azienda agricola Costa Arènte, di proprietà di Genagricola. L’invito è arrivato agli amici già da inizio giugno. In attesa del termine del mandato, Mantovani ha assunto la carica di presidente della Fondazione Comunità veronese, un’associazione del terzo settore, e, da 2 mesi, la presidenza di Piemmeti, società tecnica controllata da Veronafiere. Probabilmente il top manager rimarrà in Fiera con un contratto di consulenza. Mantovani è stato uno dei principali artefici del successo del polo fieristico veronese, in particolare del boom di Vinitaly e Fiera Agricola, ma, in generale, del processo di crescita e internazionalizzazione del polo scaligero, rimasto incompiuto per la pandemia. Il bilancio 2019 è stato il migliore della storia di Veronafiere.
Caos elezioni
Come è noto, le elezioni comunali a Verona condizionano pesantemente il nuovo vertice della fiera scaligera. In base al nuovo statuto, il Comune di Verona (azionista con il 39,48% di Veronafiere) ha nominato, lo scorso maggio, alla presidenza Federico Bricolo, 56 anni, più volte parlamentare e sottosegretario per la Lega. Le nomine del dg ed, eventualmente, dell’amministratore delegato (carica opzionale) arriveranno nella prima seduta del Cda. Secondo rumor, Danese sarebbe l’amministratore delegato in pectore. Ma questo presuppone che il sindaco uscente Sboarina prevalga nel ballottaggio del 26 giugno con il candidato di centro sinistra Damiano Tommasi che, al primo turno, ha staccato di 7 punti l’avversario. Insomma si attende l’esito delle elezioni comunali per capire quale rotta si seguirà.