di Maria Giulia Franco
Verdure dal conto salato e razionate: è colpa del maltempo che ha flagellato Italia, Spagna, Grecia e Francia, per cui i prezzi sono aumentati significativamente poiché la produzione è calata e, come sottolinea la Coldiretti, non riesce più a coprire i fabbisogni soprattutto in Paesi forti importatori come la Gran Bretagna e l'Irlanda ma anche in quelli scandinavi del Nord Europa.
''In Francia si sono impennate le quotazioni dei porri mentre in Spagna – rileva la Coldiretti – l'aumento dei prezzi ha provocato un crollo dei consumi stimato pari al 40% rispetto a prima dell'arrivo del maltempo ed anche in Italia c'è stata una flessione degli acquisti rispetto al trend positivo che aveva segnato il 2016. La situazione più difficile si registra in Inghilterra dove in alcuni supermercati mancano la rughetta, le melanzane e le zucchine. Sono stati persino introdotti limiti agli acquisti, come in tempi di guerra, nella catena Tesco che ha affisso cartelli per vietare di acquistare più di 3 cespi di lattuga per evitare accaparramenti. In carenza di verdure europee alcuni distributori hanno tentato la via delle importazioni oltre oceano dagli Stati Uniti che tuttavia risultano particolarmente costose e di minore qualità, anche per i tempi più lunghi di trasporto”.
In Italia nel mese di gennaio, ricorda ancora la Coldiretti ''le coltivazioni agricole hanno subito danni stimati in oltre 400 milioni di euro che hanno colpito aree dalle quali proviene la stragrande maggioranza degli ortaggi invernali consumati dagli italiani. Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall'Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Campania alla Sardegna sono decine di migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine, ma sono saltate molte consegne di verdure salvate per i problemi di viabilità''. Ma non tutti i rincari sono giustificati: ''Alcuni prodotti – avverte la Coldiretti – sono già raccolti da tempo come mele, pere e kiwi e non sono dunque giustificabili eventuali rincari mentre rialzi alla produzione dovuti all'aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori in una situazione in cui i prezzi triplicano dal campo alla tavola. Il rischio è adesso che vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti e per fare acquisti di qualità al giusto prezzo''.
A tale proposito, la Coldiretti ha elaborato un vademecum per la frutta e verdura che consiglia di verificare l'origine nazionale per essere sicuri della stagionalità, di preferire le produzioni locali che non sono soggette a lunghi e difficili trasporti e di privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori. Occhio al portafogli dunque per non restare “al verde”.