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Scenari

Verdicchio di Matelica invenduto, cantina Belisario ai produttori: “Lo compriamo noi”

13 Settembre 2021
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di Emanuele Scarci

“Non sarà certo un aumento del 20% delle giacenze del Matelica a vanificare il progetto del valore che stiamo realizzando. Ai produttori che hanno dell’invenduto consigliamo di non svenderlo: ci metterebbe in difficoltà. Lo ritiriamo noi della cantina Belisario. Non ci sono problemi”.

Antonio Centocanti, presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) e presidente della cooperativa Belisario, intende andare fino in fondo con la sfida del valore e della qualità. La cantina Belisario produce il 70% dei 2 milioni di bottiglie della denominazione. A fine luglio 2021, secondo i dati Mipaaf, le giacenze di Verdicchio di Matelica ammontavano a oltre 27 mila ettolitri, circa il 20% in più del luglio 2020 e il 30% in più del luglio 2019. Per la Riserva gli aumenti sono, rispettivamente, del +18% e del +36%. Situazione capovolta per le giacenze del Verdicchio Castelli di Jesi: in linea con il 2020 e addirittura inferiori del 15% rispetto al 2019. I principali produttori di Matelica non lamentano giacenze significative e alcuni ritengono che gli stock siano concentrati per lo più nelle cooperative Belisario e Provima.

Il più premiato
Il Verdicchio di Matelica Doc e Docg è il vino bianco italiano a maggior tasso di riconoscimenti in rapporto alla superficie vitata. Nel 2020 sono stati 19 i prodotti premiati. Doc dal 1967 e dal 2010 anche Docg con il Verdicchio di Matelica Riserva, è in grado di esprimere tutto il potenziale di invecchiamento di uno dei più apprezzati vitigni a bacca bianca del panorama enoico nazionale. La denominazione si estende su 286 ettari attraverso i comprensori di 8 comuni a partire da Matelica. Insomma, una micro-denominazione, dove sono soltanto 26 le aziende che imbottigliano per la Doc e 7 per la Docg. Tuttavia il prezzo medio del bianco marchigiano è ancora troppo basso sia nella versione base, non arriva a 4 euro a bottiglia, sia per la Riserva, attorno a 10 euro. Giovanni Roversi, comproprietario di Borgo Paglianetto, cantina nata solo nel 2008, osserva che “se i prezzi non rispecchiano il valore della Denominazione è anche colpa di alcuni produttori che tendono a “svendere” il prodotto e abbassare l’asticella del valore”.

Dal suo canto, Alberto Mazzoni, direttore di Imt, osserva che “il nostro vino riflette in modo esemplare l’imprenditore-tipo marchigiano, che è campione del fare ma non dell’apparire. Per questo oggi più che mai serve moltiplicare le occasioni di internazionalizzazione organizzate da Imt attraverso i fondi cofinanziati in Europa e nel mondo”. Mazzoni sottolinea che l’Imt (rappresenta l’89% dell’imbottigliato della zona di riferimento e incide per il 45% sull’intera superficie vitata regionale) <<non lascia indietro nessuna azienda, neanche la più piccola. Uno dei nostri compiti è di fare Sistema Marche”.

Più Matelica meno Verdicchio
A maggio 2021 è stata approvata dall’assemblea dei soci produttori dell’Imt la modifica al disciplinare di produzione che prevede il cambio del nome da “Verdicchio di Matelica Doc” e “Verdicchio di Matelica Docg” a “Matelica Doc Verdicchio” e “Matelica Riserva Docg Verdicchio”, con la parola del vitigno che diventerà facoltativa. “L’intento – commentano Tito e Mauro Bisci, proprietari dell’omonima cantina matelicese – è quello di legare ancora di più il vigneto al territorio e alle sue specificità. Il vitigno Verdicchio lo stanno piantando anche in altre parti del mondo, dal Sud Africa all’Australia, quindi in prospettiva diventerà internazionale. Pertanto potranno privarci del vitigno ma nessuno, col cambio del nome, operazione inizialmente dolorosa, potrà privarci del nostro territorio”.