Il “fenomeno Prosecco” da solo vale oltre la metà dell'intera produzione veneta
In Veneto la raccolta 2017 ha prodotto 11.023.000 quintali di uva, confermandosi in vetta tra le regioni italiane, segnando però un calo del -15,46% rispetto al 2016.
Di questi, ben 8.815.000 quintali (+9,31%) sono costituiti da uve a Denominazione d’Origine, a conferma dell’altissima qualità ormai raggiunta dal vigneto veneto. Lo ha annunciato Alberto Negro, Direttore dell’Agenzia regionale, in apertura del convegno vitivinicolo che si è tenuto a Lonigo (VI) presso la sede della Cantina del Gruppo Collis per la presentazione di tutti i numeri ufficiali della vendemmia veneta 2017. L’evento, al quale hanno partecipato circa 150 operatori, promosso da Veneto Agricoltura, Regione e Avepa, è servito per mettere sotto la lente l’ultima vendemmia e approfondire altre importanti tematiche quali l’export e il vino biologico. La riduzione delle rese, dovuta principalmente alle gelate tardive di aprile e alla prolungata siccità estiva, non ha interessato solo il Veneto ma tutti i principali Paesi produttori dell’Unione Europea, a cominciare dalla Francia (-17%), la Spagna (-22%) e la stessa Italia (-26%). Quella del 2017 sarà dunque ricordata come una tra le vendemmie più scarse degli ultimi decenni, ma di buona qualità, e il vino prodotto farà volare ancora più in alto le nostre esportazioni.
Come ricordato dagli interventi, il Veneto vitivinicolo inteso per macrosistemi vede spadroneggiare il “Mondo Prosecco”, che da solo vale oltre 4,5 milioni di quintali di uva, pari al 51,33% delle Do; e il “Sistema Verona” con quasi 2 milioni di quintali di uva (22,44% delle Do) suddiviso tra Valpolicella con 908.000 quintali di uva (10,3%), Soave (677.000 quintali; 7,67%), Bardolino (235.000 quintali; 2,66%) e Bianco di Custoza (159.000 quintali; 1,81%). Bene anche la Denominazione “Pinot Grigio delle Venezie”, new entry nella vendemmia 2017, che ha esordito con ben 1.356.000 quintali di uva. Se consideriamo i volumi imbottigliati, per quanto riguarda le Docg, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco ha superato i 655.211 ettolitri, attestandosi saldamente in cima alla graduatoria; seguono a distanza l’Amarone (111.699 ettolitri; +4,3%), l’Asolo (80.064 ettolitri; +42%), il Colli Euganeo Fior d’Arancio (7.228; +4,9%), e via via tutti gli altri. Per quanto riguarda invece le Doc, è ancora il Prosecco a farla da padrone con 3.297.718 ettolitri (+7%), seguito dal Soave (401.203 ettolitri; +9,1%), Valpolicella Ripasso (207.945 ettolitri; -0,1), Bardolino, Valpolicella, Lugana, Valdadige, ecc.
Nel 2017, la superficie destinata a vigneto nel Veneto ha superato i 91.349 ettari, segnando un +4,7% rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso, a dettar legge sono le province di Treviso con 38.625 ettari e Verona (28.887 ettari), a seguire Venezia (8.703 ettari), Vicenza (7.712 ettari), Padova (7.030 ettari), Rovigo (242 ettari) e Belluno (147 ettari). Le uve a bacca bianca (72%) hanno ormai surclassato quelle a bacca nera. Il numero di aziende vitivinicole nel Veneto è leggermente calato, attestandosi sui 29.670, ma il “miracolo vinicolo” continua ad essere sotto gli occhi del mondo intero. Gli esperti regionali hanno ricordato, infatti, cha la nostra regione si conferma la quarta potenza mondiale in fatto di esportazioni: nei primi 9 mesi del 2017 ha segnato un +6,4% rispetto al corrispettivo periodo dell’anno precedente, quando aveva superato i 2 miliardi di euro in valore (pari al 35,6% del totale nazionale); solo il Prosecco vale 549 milioni di euro (Regno Unito 38,6%; Stati Uniti 23,7%, Germania 5,3%). Per quanto riguarda invece l’affermazione del vino biologico, un fenomeno in crescita costante, gli esperti di Veneto Agricoltura hanno ricordato che in regione regione la superficie bio ha segnato un +192% dal 2009 al 2016.
M.V.