L'aumento stimato generale della produzione è dell'8 per cento, con qualche eccezione. Ma la qualità sarà eccellente
(Ruenza Santandrea)
Quantità in aumento dell'8% ed una ottima qualità dei vini, grazie all'eccellente stato di sanità ed alla maturazione ottimale delle uve consegnate dai soci viticoltori.
Questo è il quadro che emerge dai dati della vendemmia 2015 analizzati nel corso della riunione odierna del coordinamento congiunto del settore vitivinicolo dell'Alleanza delle cooperative agroalimentari, che rappresenta 494 cantine sociali associate, pari al 58% della produzione vinicola nazionale.
“Si tratta di un valore dato dalla media di situazioni molto differenti da regione a regione – spiega Ruenza Santandrea, Coordinatrice del settore vitivinicolo dell'Alleanza delle cooperative agroalimentari -. In alcune aree l'incremento è stato anche a doppia cifra, dal + 10% del Trentino, al + 20% dell'Umbria, fino ad arrivare ad un + 23% del Friuli Venezia Giulia, anche in ragione della scarsa vendemmia dello scorso anno, che ha dovuto fare i conti con condizioni climatiche sicuramente non ottimali per la maturazione delle uve. Viceversa – prosegue Santandrea – altre regioni hanno registrato una riduzione della produzione, come il Piemonte che ha segnato un calo del 5% o la Toscana (- 9%). Ciò che accomuna tutte le regioni è, però, l'ottima qualità delle uve vendemmiate, che promettono di trasformarsi in vini memorabili”.
Insieme all'andamento vendemmiale, nell'ambito del coordinamento delle cooperative vitivinicole sono stati discussi anche altri temi di grande rilevanza come l'attuazione nazionale del nuovo sistema autorizzativo per gli impianti viticoli e i progetti di modifica recentemente presentati dalla Commissione europea con riferimento all'etichettatura dei vini europei, “alcuni dei quali – commenta Santandrea – dovremo seguire con grande attenzione perché destano non poca preoccupazione”.
“Il primo appuntamento in cui far valere le nostre ragioni sarà per certo la Conferenza promossa dalla Commissione europea in programma il 23 ottobre presso l'Expo di Milano, in cui non mancheremo di evidenziare come la competitività del vino europeo si basa anche e soprattutto sulla sua biodiversità, sulle denominazioni d'origine e sulle indicazioni geografiche, che raccontano la storia di luoghi meravigliosi, una viticoltura la cui ricchezza è costituita dai suoi territori e dalle varietà che più li caratterizzano perché tipiche, un modello di sviluppo del settore vitivinicolo italiano, che alcuni di quei progetti potrebbero mettere in discussione”, conclude Santandrea.
C.d.G.