di Marco Sciarrini
E’ passato appena un anno dalla presentazione della figlia Marianna in società ed Angela Velenosi, ha voluto celebrare l’ingresso in azienda del figlio Matteo, classe 1987, con gli stessi onori.
E per l’occasione ha anche presentato i suoi vini presso uno dei locali più trendy di Roma, Il Pagliaccio, dove lo chef Anthony Genovese ha proposto un menù che ha esaltato le caratteristiche delle migliori etichette dell’azienda. Matteo andrà ad affiancare l’altro enologo storico della cantina Attilio Pagli, contribuendo con la propria esperienza maturata attraverso i suoi studi universitari, laurea in Enologia, Viticoltura e Mercati Vitivinicoli all’Università di Udine, un dottorato in Agricoltura, Biodiversità e Ambiente all’Università degli Studi di Bari, le esperienze vitivinicole in Italia alla Falesco con Riccardo Cotarella ma anche internazionali in Australia e negli Stati Uniti ed alcune esperienze anche in Francia durante il dottorato un tirocinio di tre mesi presso i laboratori Iuvv institut “Jules Guyot” dell’Università della Borgogna a Digione sotto la guida di Alexandre Hervé. Matteo quali sono i contributi legati ai tuoi studi ed esperienze che intendi mettere in pratica in azienda? “Di sicuro oltre alle esperienze nelle cantine dove sono stato è l’esperienza avuta con il Crea che mi ha consentito di sviluppare interessanti studi di biologia applicati al problema della botride ed ai lieviti”.
Mentre parlava Matteo, si vedeva come mamma Angela fosse contenta e fiera lui, consapevole delle qualità e delle capacità del figlio, ad affidargli ora il ruolo di enologo e responsabile della ricerca e sviluppo della cantina. “Credo nei giovani e nelle loro capacità – dice Angela Velenosi – perché sono loro il nostro futuro, sia professionale che umano. In questo senso sono quindi felice di poter affidare loro ruoli sempre più di importanza all’interno dell’azienda, perché grazie alle loro competenze, alla loro visione, alla loro passione e al loro entusiasmo possiamo davvero dare nuova linfa alla nostra cantina. Ancora più felice di sapere che tra queste nuove leve ci sono i miei figli, che rappresentano per me uno stimolo continuo ad aggiornarmi e migliorarmi”.
Tornando alla presentazione Angela Velenosi ha scelto ancora la bellezza della Città Eterna, e il binomio tra i suoi vini e la cucina romana, che quest’anno viene interpretato dalla filosofia raffinata e inequivocabile di Anthony Genovese, del ristorante due stelle Michelin ‘“Il Pagliaccio’’, che per l’occasione ha voluto presentare attraverso i piatti quel compendio di quella creatività e di quell’eleganza maturate nei viaggi in Francia, Inghilterra e nel Sud-Est Asiatico, con l’occhio alla valorizzazione delle materie prime locali, che ben si abbinano ai vini Velenosi. Nel corso del pranzo si è iniziato con Gran Cuvèe Metodo Classico 2014, morbido e dalla spiccata vena sapida, le cui note fresche e fruttate, accompagnate dal fine perlage, contribuiscono a definire il suo carattere di grande complessità e persistenza gusto olfattiva. Ad accompagnare la degustazione il Baozi, raviolo di Shanghai con storione, cavolo verza e maionese di alghe, qui interpretato da Anthony Genovese.
A seguire entra in scena uno dei cavalli di razza della cantina Velenosi, Rêve Offida Docg Pecorino (qui annata 2018) che non smette di far sognare critica e amanti del vino. La sua elegante struttura e profondità, le intense note floreali e fruttate seguite da un inebriante gusto di vaniglia, il finale balsamico, esaltano il piatto di Porro con tartufo nero e nocciole e da Pastrami di pecora, grebiche e mostarda. Il momento clou della degustazione è arrivato quando su tavolo si è presentato il Roggio del Filare Rosso Piceno Doc Superiore con una verticale di annate 2017, 2013 e 2011, un vino deciso, di grande carattere, vellutato nella polpa e possente nella trama, giustamente tannico, fruttato e speziato. Per Roggio del Filare Anthony Genovese propone Profumo di ricordi, le sfoglie ed il piennolo e Manzo con pickle e mirtillo. Si prosegue poi con l’Agnello con sumac e kefir, pensato per l’iconico VersoSera Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2018, caratterizzato da sentori di frutti maturi che si aprono nell’aroma di un bouquet speziato e che al palato rivela grande carattere e complessità, struttura possente e tannino morbido e vellutato. Il pranzo si conclude con un altro classico della cantina, il Querciantica Vino e Visciole, in pairing con con Fondente & Cassis. Sono avvertiti tutti i consumatori di Querciantica che il prodotto può dare “dipendenza” per quanto unico nel suo genere.