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Scenari

Valoritalia, la certificazione regge nonostante il calo di consumi e di facoltà di spesa. E ora si punta all’estero

19 Giugno 2024
Da sinistra Francesco Liantonio, presidente Valoritalia e Giuseppe Liberatore, direttore generale Valoritalia Da sinistra Francesco Liantonio, presidente Valoritalia e Giuseppe Liberatore, direttore generale Valoritalia

Calo di consumi ma anche di facoltà di spesa: il 2023, stando all’Annual Report Valoritalia, mostra da un lato la performance sorprendente dei vini IGT con una crescita annua del 16,5%, equivalente a oltre 97,6 milioni di bottiglie, dall’altro i numeri in negativo di DOC che hanno registrato un calo degli imbottigliamenti del 2,8% e di DOCG con un calo addirittura superiore, pari all’8%.

“I fattori che hanno portato a questi numeri – ci spiega Francesco Liantonio, presidente Valoritalia – sono diversi. Quella del 2023 è stata una delle vendemmie più scarse degli ultimi decenni in un momento congiunturale non positivo. Penso alle guerre in corso, all’incertezza economica a livello mondiale. Tutto sta riducendo il potere di acquisto dei consumatori e i numeri parlano chiaro: quando ci sono questi momenti vengono colpiti i vini al vertice della piramide e i consumi vanno quindi verso le Igt”.

A confermare la situazione è Giuseppe Liberatore, direttore generale di Valoritalia: “Nonostante tutto come Sistema Italia ci siamo gestiti bene e non era facile in un periodo del genere. Da un lato per i problemi patologici per le malattie della vite, dall’altro l’attesa per le elezioni americane. In tutto ciò Paesi come America e Germania hanno ridotto il loro potere di spesa”. Si parla, comunque, di oltre 2 miliardi di bottiglie certificate Valoritalia per un valore complessivo di 9 miliardi .

“Complessivamente – continua Liantonio – il comparto ha tenuto e ciò è stato possibile grazie alla grande flessibilità delle aziende italiane che si adattano nonostante tutti i problemi”. 

Sul piano strettamente quantitativo, lo scorso anno le imprese hanno realizzato una crescita nei volumi di imbottigliato pari allo 0,54%, che sale al 2,8% se raffrontata alla media dei tre anni precedenti. Una crescita piccola ma da non sottovalutare, soprattutto se si tiene conto del contesto economico internazionale.

Particolarmente interessante è l’analisi territoriale delle performance: rispetto al 2022, le regioni del Nord Ovest hanno ceduto l’8,3% dei volumi e quelle del Centro il 5,3%. Viceversa, a mostrare la miglior performance sono stati i territori vitivinicoli del Nord Est con un incremento del 3,7%; crescita trainata soprattutto dall’Asolo Prosecco DOCG e dal Veneto IGT.

La fidelizzazione dei consumatori verso le denominazioni è, secondo i vertici Valoritalia, molto alta. Un altro segnale del dinamismo delle imprese vitivinicole italiane emerge dalle inchieste sul valore attribuito alle certificazioni da imprese vitivinicole e consumatori che, da qualche anno, Valoritalia commissiona a Nomisma-Wine Monitor. I risultati dell’ultima indagine, conclusa da pochi giorni e con un focus su Svezia e Norvegia, confermano le tendenze già emerse negli ultimi anni. In particolare, viene confermata la crescita di attenzione dei consumatori verso la sostenibilità, che unisce tutela ambientale e rispetto dei valori etici e sociali. Parallelamente, le imprese vitivinicole italiane mostrano di aver compreso molto bene la domanda dei consumatori. Infatti, i dati della survey hanno evidenziato come il 93% delle imprese italiane consideri la sostenibilità un tema fondamentale per le loro strategie di sviluppo. “L’Italia – dice Liberatore – è estremamente sensibile e cresce bene rispetto ad altri Paesi europei”.

Adesso la società leader in Italia per il controllo e la certificazione del vino tricolore è pronta a un ampliamento all’estero: “Stiamo valutando Paesi stranieri che hanno chiesto collaborazione nella gestione del controllo. Esportiamo il nostro no-how in Europa e Oltreoceano”, conclude Liantonio.