(Raffaele Borriello, direttore generale Ismea)
In tutte le cose – ci insegna la tradizione popolare – c’è l’amaro e il dolce. Una doppiezza che vale anche per la produzione enologica. Infatti, sarà per una parte del Sud una vendemmia amara. Una batosta soprattutto per Sicilia e Campania per le quali si prevede un calo di produzione rispettivamente del 15 e del 20 per cento.
E questo per via delle gelate di primavera che in alcune circostanze hanno distrutto intere produzioni o le hanno duramente compromesse. Mentre c’è la dolcezza di prospettive molto soddisfacenti per l’intero comparto italiano che – si calcola – raggiungerà i 48,4 milioni di ettolitri, in lieve calo (-2%) rispetto al 2015 che comunque fu un’annata speciale con 49 milioni di ettolitri di vino.
Sono le previsioni dell' Unione italiana vini e dell’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo controllato dal ministero per le Politiche agricole). E forse non ci sarà bisogno di partecipare alla conferenza stampa convocata a Roma domani (6 settembre) al Mipaaf, neutralizzata dall’anticipazione de Il Sole 24 Ore di domenica in cui Giorgio dell’Orefice sminuzza e diffonde il report in ogni suo dettaglio. Persino con un commento del direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello, che spiega: “L’Italia ha tutte le carte in regola per confermare anche nel 2016 e consolidare ulteriormente la leadership mondiale come principale produttore di vino. In Francia, infatti, si stimano 42,9 milioni di ettolitri (-10% sul 2015 e -7% sulla media degli ultimi 5 anni), mentre in Spagna si parla 42-43 milioni di ettolitri in linea con il trend dell' ultimo biennio. In Germania sono attesi 9 milioni di ettolitri (stabile rispetto allo scorso anno), mentre in Portogallo con un meno 20% si scenderà ai livelli più bassi degli ultimi anni”.
E allora vediamoli con maggiore questi dati che gli addetti ai lavori attendevano.
Abbiamo parlato delle maglie nere di Campania e Sicilia. Mentre il Veneto è il territorio dove i volumi produttivi sembrano essere saldamente già “incassati” anche per l’effetto traino del fenomeno Prosecco il cui sistema complessivo potrebbe puntare quest’anno alla soglia di 500 milioni di bottiglie. In Toscana i dati Ismea-Uiv stimano invece una flessione dell' 8%, mentre in Piemonte la situazione sembra migliore delle già favorevoli previsioni che danno un +5% della produzione. Ovviamente bisogna attendere le performances climatiche di settembre per raffinare il giudizio e le previsioni.
A livello regionale i fenomeni Prosecco e anche Pinot grigio consolidano la leadership del Veneto che sfiorerà quota 10 milioni di ettolitri (9,9 milioni, +2%).
Al secondo posto tra le principali regioni produttrici la Puglia (7,73 milioni di ettolitri, +2%) che stacca s’un soffio l’Emilia Romagna (7,72 milioni, + 5%).
Brutta aria, come abbiamo detto, in due importanti regioni del Sud: la Sicilia, quarto produttore nazionale, si fermerà a 4,71 milioni di ettolitri (-15%) a causa delle pessime condizioni meteo primaverili che hanno penalizzato la fioritura delle varietà Grillo e Nero d'Avola nel Trapanese. Ancora peggio andrà in Campania che con 1,23 milioni di ettolitri farà segnare un crollo del 20 per cento. Cali significativi sono previsti anche in Toscana (2,61 milioni di ettolitri, -8% sul 2015). Annata no anche per l' Umbria dove non si andrà oltre i 703 milioni di ettolitri. In Trentino Alto Adige ci si fermerà a quota 1,18 milioni di ettolitri (-9 %).
Giovanni Santamaria