di Emanuele Scarci
Giovanni Busi è stato confermato alla guida del Consorzio vino Chianti per altri tre anni.
Questo è il suo quinto mandato. Ben oltre quanto previsto dallo statuto che solo in casi eccezionale consente che si vada oltre i 3. Del sentiment del Consorzio, favorevole al presidente uscente, ne avevamo parlato lo scorso 12 giugno (leggi questo articolo>). Due i vicepresidenti: Ritano Baragli (cantina sociale Colli Fiorentini) e Alessandro Zanette (Gruppo italiano vini). Dal 2010 Busi è il punto d’equilibrio tra le varie componenti (Coldiretti, Confagricoltura, cooperative etc) del complesso Sistema vino chiantigiano che anima la più corposa denominazione toscana con 723 mila ettolitri nel 2021, circa 100 milioni di bottiglie. Il Consorzio vino Chianti conta 3.500 aziende che rappresentano 15 mila ettari di vigneto. “Sono onorato di questa conferma – ha commentato a caldo Busi – anche perché questa elezione rappresenta il riconoscimento del buon lavoro svolto in questi mandati”.
Problemi in agenda
Passando poi in rassegna le prossime sfide che attende il Consorzio, Busi ha messo al primo posto la “necessità di lavorare tutti insieme per aumentare le vendite della denominazione, passando da 720 mila ettolitri a 1 milione di ettolitri”. Forte impegno sia per la conferma nei mercati tradizionali che sul fronte dei nuovi mercati di sbocco. “Il mondo del vino – ha commentato Busi – sta faticosamente uscendo da due anni di pandemia e, allo stesso tempo, sta affrontando un momento complicato per la guerra in Ucraina che ha mescolato le pedine sullo scacchiere mondiale dell’export. Per il Consorzio ora è fondamentale, da una parte, consolidare le nostre posizioni privilegiate su alcuni mercati e, dall’altra, trovarne di nuovi. E’ per questo che stiamo puntando con forza ed energia sulla promozione all’estero della denominazione. Nelle ultime settimane siamo tornati in Usa e anche in Asia, registrando ottimi contatti e la soddisfazione delle aziende che hanno partecipato ai tour”. Infine Busi ha concluso con un appello: “L’impennata dei prezzi di energia e materie prime stanno mettendo in seria difficoltà la tenuta economica delle aziende. Auspico, nel breve periodo, che il sistema bancario ci venga incontro in questa fase delicata. Spero inoltre che il ministero, dopo lunga e meticolosa istruttoria regionale sul disciplinare, renda operative al più presto le proposte di modifica”.