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Scenari

Tutti pazzi per il Timorasso: “caccia” ai vigneti nei colli tortonesi per produrre questo bianco

21 Luglio 2020
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Tutti pazzi per il Timorasso. Sono sempre più i produttori piemontesi che investono nell’areale dei colli tortonesi per produrre questo grandissimo vino bianco recuperato grazie alla lungimiranza e alla voglia di Walter Massa.

Sono due i grandi nomi dell’enologia italiana che hanno acquistato vigneti di Timorasso e hanno iniziato a produrre bottiglie che potremo assaggiare a partire dall’anno prossimo. Si tratta di Pio Cesare e La Spinetta. “Un’avventura iniziata un anno fa per volere di mio padre – dice Federica Boffa, di Pio Cesare – Papà ha avuto la fortuna di assaggiare dei Timorasso di 15 anni grazie al suo amico e produttore Franco Martinetti che gli ha raccontato le peculiarità di questo vino e del suo territorio”. Da qui la decisione di acquistare un vigneto di 5 ettari circa, con terreni esposti a sud e a un’altezza sul livello del mare di 250 metri. Il vigneto si trova tra la frazione di Vho e Sarezzano. “Si tratta di vigne piantate a Barbera e Dolcetto – spiega Federica Boffa – che espianteremo per poi piantare Timorasso. Già in autunno faremo le prime operazioni. Credo che per vedere il primo Timorasso firmato Pio Cesare occorreranno almeno 4/5 anni”. Già lo scorso anno, la cantina piemontese ha effettuato degli esperimenti di vinificazione con delle uve di Timorasso acquistate da amici produttori. “Dobbiamo ringraziare la caparbietà di Walter Massa che è riuscito a riesumare un vitigno ormai quasi scomparso – dice Federica Boffa – Tanti colleghi produttori stanno investendo in queste zone, perché credo ci sia un legame tra i terroir di Barolo e Barbaresco con il Timorasso. Con questo vino, dimostriamo ancora di più che il Piemonte è in grado di produrre vini bianchi di grande durata e invechiamento”.

Giorgio Rivetti, titolare de La Spinetta, racconta con orgoglio l’importante investimento fatto: “Abbiamo acquistato circa trenta ettari suddivisi in due appezzamenti – dice il produttore – tra Montemartino e Monleale. Per ora abbiamo piantato in uno 2,5 ettari (saranno 5 il prossimo anno) e nell’altro 6,5 ettari. A regime, credo fra 5 anni, saranno trenta ettari per un potenziale produttivo di 100 mila bottiglie”. Numeri importanti se si pensa alla produzione attuale di Timorasso, molto risicata. “Nel giro di qualche anno penso che la produzione di Timorasso in generale sui colli tortonesi potrà superare quota mezzo milione di bottiglie – dice Rivetti – Allora sì che si potrà pensare a creare un mercato nazionale e soprattutto internazionale. Intanto stiamo pensando a come lavorare su questo vitigno che io definisco Nebbiolo Bianco”. Intanto Rivetti ha già in custodia le prime bottiglie di Timorasso prodotto con la vendemmia 2019: “Una grande annata e credo che sia un grande vino – dice Rivetti – La mia idea è quella di lasciarlo riposare in cantina per almeno un altro anno, ma alcuni miei collaboratori spingono per farlo uscire subito. Vedremo”. Ma il Timorasso è una moda? “Ma quando mai – dice Rivetti – Stiamo parlando di un vino con un grande carattere. E le cose con carattere non sono mai una moda. Qui, nei colli tortonesi abbiamo trovato persone stupende che credono in quello che fanno. Il Timorasso, poi, non è mai un vino uguale tra i vari produttori. E’ un vino di grande personalità. E in Italia non so quanti altri bianchi possano avere avere un simile carattere”.

I colli tortonesi stanno attirando sempre più produttori piemontesi. Tre anni fa aveva suscitato clamore la scelta della famiglia Farinetti di investire proprio a Monleale, in “casa” di Walter Massa (lo raccontavamo in questo articolo>). Tre ettari di vigneto in contrada Scaldapulce, una delle zone migliori del territorio di Monleale, con le bottiglie in vendita già a partire da quest’anno.

G.V.