Il 2014 non sarà certo un anno da ricordare per la viticoltura trentina. La produzione ha raggiunto i minimi storici attestandosi ad un -25% rispetto all'anno scorso.
Tutto ciò a causa del clima umido e piovoso (1.600 millimetri di pioggia caduti ad oggi) che ha provocato botrite e peronospora, ma anche marciume acido, giallumi, in particolare flavescenza dorata, e problemi di Drosophila suzukii. Il punto è stato fatto alla Fondazione Edmund Mach, nell'ambito della settima Giornata tecnica della vite e del vino, a cui hanno partecipato 180 operatori del settore, tra viticoltori, tecnici di campagna ed enologi.
I vini bianchi – è stato detto – presentano un profilo aromatico interessante, soprattutto per le uve provenienti dalla media e alta collina, meno interessate dai problemi sanitari. Nei vini rossi le varietà autoctone si presentano con un livello di qualità superiore alle aspettative, in particolare nell'intensità colorante in linea con le scorse annate.
Si è parlato anche di pesticidi, dal momento che dal 13 febbraio 2014 è entrato in vigore il Piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Renato Martinelli, della Provincia autonoma di Trento, ha spiegato che i viticoltori trentini sono prioritariamente interessati alla formazione finalizzata al rilascio o rinnovo delle abilitazioni per l'acquisto ed utilizzo dei prodotti fitosanitari, all'informazione preventiva nel caso di esecuzione di trattamenti in prossimità di aree frequentate dalla popolazione, ai controlli funzionali delle attrezzature per l'applicazione dei prodotti fitosanitari, al rispetto di distanze minime nell'utilizzo dei prodotti maggiormente pericolosi in prossimità di determinate aree frequentate dalla popolazione, all'applicazione della difesa integrata.
(ANSA)