David Dearie, Chief Executive Officer, Executive Director
Distruggere 35 milioni dollari australiani (pari a 25 milioni di euro) di vecchi stock per fare ripartire le vendite nella grande distribuzione nel mercato statunitense.
E' la manovra che ha deciso di compiere Treasury Wine Estate, il colosso del vino ausraliano fondato nel 1840 e costituita da Beringer Vineyards, Lindeman di, Penfolds, Rosemount Estate e Wolf Blass. In portfolio vanta oltre 80 marchi, una realtà di 11 mila ettari di vigneti e che conta 3500 operatori, da produttori di vino, a viticoltori, a rete vendita in 16 Paesi del mondo e che ha un fatturato di 1,6 miliardi di dollari australiani. La compagnia ridurrà il carico di vino esportato negli usa, il principale mercato di riferimento, che nel 2012 ha toccato quota 15,7 milioni di casse, dall'altro lato il farà importanti investimenti per accelerare la vendita delle annate adesso in commercio in tutti i canali della gdo dove sono presenti, e per questa operazione ha stanziato ben 40 milioni di dollari australiani. Ad avere causato questo eccessivo volume di scorte che ha rallentato la vendita è stato un progetto commerciale ambizioso che ha visto nuovi lanci di marchi fatti in questi anni, il potenziamento della logistica e l'accumulo di scorte che ha portato a stock datati che i stributori partner stessi preferiscono ora eliminare.