(Domenico Zonin, presidente Unione Italiana Vini)
“Il vino non ha ancora un suo ‘capitolo’ specifico nel più importante trattato negoziale della storia tra Ue e USA, il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership). Siamo ancora fermi all’accordo vino siglato nel 2006 che sicuramente ha rappresentato un primo importante traguardo, ma che ora deve essere migliorato e completato attraverso il TTIP. Il sistema del vino italiano non può più attendere”.
Con queste parole Domenico Zonin, Presidente Unione Italiana Vini, ha aperto oggi i lavori del consiglio confederale dell’Unione Italiana Vini dove insieme ad autorevoli rappresentanti di Mipaaf, Mise, Ambasciata USA, Ambasciata Cinese, è stato aperto un confronto sui temi caldi del comparto: TTIP, export, barriere tariffarie, burocrazia, tutela denominazioni.
“Dobbiamo risolvere insieme – spiega Zonin – i problemi della filiera vitivinicola italiana che oggi soffre, nei confronti degli USA, soprattutto il tema dei “semi-generici”, delle barriere non tariffarie rappresentate da una serie di problematiche amministrative e normative legate a diversi aspetti della produzione e commercializzazione del vino che rendono difficoltose le pratiche dell’export. Rileviamo inoltre l’urgenza di istituire un gruppo di lavoro bilaterale ‘istituzionalizzato’ capace di anticipare le potenziali problematiche introdotte dalle evoluzioni della normativa e prevenire barriere commerciali ingiustificate o sproporzionate. Accogliamo con vivo interesse, inoltre, la concreta prospettiva sottolineata da Maria Teresa Bastiani, Alto Funzionario del Ministero dello Sviluppo Economico, di istituire uno sportello unico di assistenza alle PMI con l’obiettivo di facilitare il loro accesso al mercato americano”.
“Il Ministro Martina – spiega Paolo Castelletti, Segretario Generale dell’Unione Italiana Vini – in più occasioni ha ribadito che nell’ambito del TTIP in particolare la tutela delle indicazioni geografiche tipiche, rappresenta un tassello rilevante della più grande partita contro l’”italian sounding” e che il mandato negoziale della Commissione UE per l’accordo transnazionale prevede proprio questa delicata quanto complessa tematica come punto fondamentale e l’Italia sarà forte nel affermare questa necessità comergenza inderogabile”.
“Gli USA – aggiunge Paolo Castelletti – vorrebbero mantenere l’accordo vino USA – UE in essere dal 2006 senza prevedere un capitolo specifico all’interno della trattativa del TTIP. Questo perché nella bilancia degli scambi commerciali legati al vino l’Unione Europea è favorita e gli americani a conti fatti non avrebbero interesse ad aprire un capitolo dedicato al vino a causa del modesto ritorno economico ottenuto dalla liberalizzazione degli scambi. Nel 2013, infatti, l’Europa ha venduto vino negli USA per 2,5 miliardi di euro, importandone per 467 milioni di dollari (segnando comunque un+ 43% di import dal 2008)”.
“Unione Italiana Vini è in prima linea – conclude il Presidente Domenico Zonin -. Stiamo facendo la nostra parte, con passione e competenza, ma non possiamo e non vogliamo procedere da soli. Vogliamo contare su certezze che solo un’adeguata azione di governo e un parlamento sensibile e operativo, solido e coerente, possono dare per infondere nuova fiducia alle imprese ed alla collettività. Un’azione che ci piacerebbe fosse finalizzata a portare il nostro mondo nel TTIP per conferirgli la dignità e il rispetto che merita”.
C.D.G.