Un fatturato da 20 milioni di euro nel 2023 e una quota export che ne riveste l’80% del totale. Torrevento, azienda vitivinicola della Puglia, è sempre più una realtà consolidata. Fa parte dal 2019 del fondo di investimento Prosit di Private Equity di Quadrivio & Pambianco che controlla 800 ettari di vigneti. Oltre a Torrevento fanno parte del portfolio Cantina di Montalcino, Tenuta di Collalbrigo, Nestore Bosco e Casa Vinicola Caldirola. “Siamo pronti, però, ad acquisire in Friuli Venezia Giulia e in Sicilia”. A dirlo è il presidente di Torrevento, Francesco Liantonio. “Come gruppo abbiamo fatturato 80 milioni di euro ma con le prossime acquisizioni puntiamo ad arrivare a 100 milioni di fatturato”.
Sono passati 111 anni dal sogno di suo nonno, oggi Torrevento vuole rendere la Puglia regina assoluta. I vini sono ottenuti dai vitigni autoctoni pugliesi come Nero di Troia, Bombino Bianco e Nero, Aglianico, Moscato, Primitivo e Negroamaro. Hanno solo un obiettivo: far emergere la territorialità.
“Oggi – racconta a Cronache di Gusto Liantonio – ci sentiamo realmente gli ambasciatori del vino di un territorio. I nostri numeri sono molto importanti ma abbiamo sempre cercato di mantenere la filosofia che si basa sul rispetto del territorio e delle tradizioni”.
Torrevento copre 52 Paesi. La punta di diamante è la Germania e in generale i Paesi nordici, oltre ad America del Nord e del Sud e l’Asia. L’azienda nasce in un antico monastero in pietra nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, area naturale protetta istituita nel 2004. Ed è proprio in questo territorio e nei suoi 500 ettari che domina il rapporto imprescindibile tra uomo e ambiente.