La cerimonia dei World’s 50 Best Bars 2024 ha recentemente svelato l’ambita classifica dei migliori bar del mondo durante un evento straordinario a Madrid. Nella sua sedicesima edizione, questo rinomato evento ha accolto i grandi nomi dell’industria dei cocktail, celebrando i bar e i professionisti che si sono distinti per la loro creatività e qualità.
Per la prima volta, un bar messicano raggiunge la vetta: l’Handshake Speakeasy, nel cuore del quartiere Colonia Juárez a Città del Messico. Questo non è solo un bar celato dietro una porta segreta, ma rappresenta un connubio ideale tra la tradizione degli american bar e i sapori del Messico. Il direttore, Eric van Beek, ha creato un approccio unico nella reinterpretazione dei cocktail classici, impiegando tecniche all’avanguardia e distillati pregiati, per un’esperienza sensoriale straordinaria. Con l’aiuto di un laboratorio specializzato, l’Handshake Speakeasy porta ogni cocktail a un livello superiore, trasformando ricette note in opere sorprendenti e memorabili. Sebbene il suo successo possa sorprendere molti, gli addetti ai lavori non si meravigliano, considerata la fama del bar messicano e il crescente rilievo dell’America Latina nel panorama dei cocktail.
Nonostante l’Italia non abbia posizionato alcun bar ai primi posti, si fregia della presenza di quattro locali nella classifica. Il Drink Kong di Roma si colloca al 33° posto, un bar che fonde atmosfere futuristiche asiatiche a un tocco retrò. Il Locale Firenze raggiunge il 36° posto, noto per i suoi cocktail innovativi in un contesto di antico fascino nel cuore della città del Rinascimento. Anche Milano si distingue con due locali: il Moebius Milano al 38° posto, in un ex deposito tessile, e il 1930 al 50° posto, un autentico speakeasy che mantiene il carattere segreto tipico dei bar del Proibizionismo, aperto solo su invito. Altri italiani figurano tra il 51° e il 100° posto, situati a Roma, Napoli e Milano: Freni e Frizioni di Roma è al 53° (era al 33° nel 2023), L’Antiquario di Napoli al 78° (era al 44° l’anno precedente) e il Camparino di Milano scende dall’85° al 92° posto. La presenza è significativa, ma si nota una perdita di posizioni.