(Alberto Mazzoni, direttore Istituto Marchigiano di Tutela Vini)
Il comparto vino delle Marche tiene rispetto all'emergenza terremoto, con una vendemmia 2016 abbondante e in salvo; tuttavia si registrano danni strutturali finora fermi al 30% delle aziende vitivinicole attive nelle province di Fermo, Macerata ed Ancona.
Lo dice all'Ansa il direttore dell'Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) Alberto Mazzoni nel precisare che nelle 16 denominazioni, tra Doc e Docg, tutelate da Imt, lamentano “danni strutturali” piccoli e medi produttori di Vernaccia di Serrapetrona, piccolo comune montano il cui centro è inagibile, di Verdicchio di Matelica e di Jesi, Colli Maceratesi, San Ginesio, Castello di Jesi, e Lacrima di Morro d'Alba. Ma sostanzialmente, sottolinea Mazzoni, “abbiamo tenuto botta, non abbiamo perso prodotto e non abbiamo produzioni deperibili. E anche in questa emergenza ci confermiamo locomotiva, i capofila per il rilancio per quanto di bello e di buono c'è nelle Marche. Laddove l'entroterra è un fiore all'occhiello con un patrimonio di microproduzioni a marchio Qm, dal formaggio di fossa al prosciutto di Carpegna, dalle cicerchie alle lenticchie, dai salumi dei Sibillini fino alle patate di Colfiorito.
“Imt – annuncia il direttore Mazzoni – intende adottare l'agroalimentare marchigiano, che ha subito danni non quantificabili, per far ripartire le attività di produzione, attraverso fondi Psr, riportare gli artigiani del gusto nell'entroterra anche per curare quei territori, e segnare così la ripresa dell'enoturismo”.
C.d.G.