(Vigneti di Verdicchio di Matelica)
''Abbiamo rischiato di perdere 2 milioni di bottiglie di uno dei vini più importanti d'Italia, il Verdicchio di Matelica. Si è salvato, ma abbiamo scoperto a nostre spese che anche i serbatoi devono essere antisismici. La paura è stata grande''.
Lo rivela l'assessore all'agricoltura del Comune Roberto Potentini, enologo nella vita. Ci sono danni nelle cantine, ma soprattutto andranno sostituiti e adeguati tutti i serbatoi d'acciaio, con spese di centinaia di migliaia di euro, perché la scossa di domenica ha lesionato le gambe sulle quali si sorreggono. ''Ora vanno svuotati e restaurati o cambiati – spiega Potentini – il tutto nel periodo di massimo carico di mosti nelle aziende. Non ci sono rischi per la qualità, e neanche per la quantità, ma che succederebbe con una scossa più forte? Il verdicchio di Matelica è come il Barolo a Barolo, il Soave a Soave, lo Champagne a Champagne: è unico. Deve la sua forza al territorio, è irriproducibile altrove, vive un regime di monopolio territoriale, non teme la concorrenza di nessuna Cina insomma. Ora le aziende dovranno fare investimenti pesanti, ma almeno questa che è l'industria diffusa del territorio, sa in che direzione andare''.
A Matelica il vino è una “fabbrica” che occupa tra le 200 e le mille persone, con 300 ettari coltivati, tremila ettolitri di prodotto e un fatturato che supera in loco i 10 milioni di euro. ''Porteremo il costo dell'adeguamento sismico delle cantine ai tavoli della ricostruzione – chiude Potentini – il vino è una delle poche speranze reali del territorio italiano, vedi la Toscana, la Franciacorta, il Piemonte. L'unica azienda che può dire: dove c'è grande vino c'è grande territorio, bello e ricco. E' uno dei pochi settori che va seriamente aiutato, è il vero depliant del territorio dove vive''.
C.d.G.