di Emanuele Scarci
La toscana Tenute Piccini rileva società, brand e archivio storico di Porta Rossa. La cantina albese non possedeva vigneti né cantina di proprietà.
Una mossa che arriva a circa un anno dalle dichiarazioni del ceo e comproprietario Mario Piccini che annunciava, in via preliminare, il lancio di un bond intorno ai 5 milioni per procedere anche all’acquisizione di una cantina fuori dalla Toscana. “Da oggi – dichiara Mario Piccini – il vasto orizzonte enoico di Piccini 1882 abbraccia le colline del Piemonte, rispettandone la filosofia produttiva che esalta lo stretto vincolo tra i vini e il loro luogo d’origine. Non si può non parlare di Langhe e noi abbiamo deciso di farlo attraverso un brand che rappresenta le eccellenze prodotte tra le colline albesi, come ad esempio può esserlo il Barolo Porta Rossa”. L’ex-proprietario ed enologo Pierfranco Bonaventura resterà legato al progetto, aiutando il gruppo a muovere i primi passi nelle Langhe. Per la materia prima, dovrebbe prevalere il modello “federativo” Piccini positivamente sperimentato per il Chianti Geografico.
Il legame con la Gdo
Nel 2021 Piccini 1882 ha chiuso con un fatturato di circa 100 milioni di euro. Nell’ultimo biennio la cantina di Castellina in Chianti ha quasi raddoppiato il fatturato. Piccini ha beneficiato dello stretto legame con la grande distribuzione: infatti il fatturato deriva per il 90% dalle vendite sugli scaffali di Esselunga, Metro, Carrefour, Coop, Conad, Aldi e Autogrill. Piccini è presente sia con il proprio brand che con il marchio del distributore. La famiglia Piccini vanta 4 tenute sparse tra il Centro e il Sud Italia, per oltre 200 ettari di vigneti dal Chianti Classico alla Maremma fino ai territori vulcanici del Vulture e dell’Etna. Si tratta di Fattoria di Valiano nel Chianti Classico, Tenuta Moraia in Maremma, Regio Cantina in Basilicata e Torre Mora in Sicilia. La tenuta montalcinese di Villa al Cortile, in affitto da 7 anni, è stata ceduta dopo una gara competitiva con un altro player.