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Scenari

Tempi duri alla Camera: alla buvette prezzi più salati e stop ai pranzi “a scrocco”

08 Marzo 2016
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di Elena Mancuso

Tempi “duri” per i parlamentari e i frequentatori della Camera. Da oggi caffè e aperitivi alla buvette di Montecitorio saranno più 'salati'.

Lo storico bar di Montecitorio ha deciso infatti di alzare i prezzi di quasi tutti i suoi prodotti, a cominciare da quelli più venduti: caffè, cornetti e aperitivi. Non solo. Anche le mandorle salate, tra gli snack più 'amati' non solo dai parlamentari, hanno subito una 'stretta': da oggi verranno servite gratuitamente esclusivamente come accompagnamento all'aperitivo. Chi le vorrà al fianco di altre bevande dovrà pagarle. Sul fronte prezzi il sensibile aumento 'colpisce' diversi prodotti: per la colazione, il caffè passa da 80 a 90 centesimi, il cornetto da un euro a 1,20, i mignon da 60 centesimi a 80 centesimi. Cresciuto anche il prezzo dei prodotti più venduti per il pranzo, come la piadina, passata da 3 a 3,5 euro. Nella politica dei tagli sono incappate appunto anche le mandorle. Uno dei classici degli aperitivi, infatti, costa troppo e per questo la società esterna che gestisce ormai lo storico bar di Montecitorio (preso in gestione da settembre) ha deciso di limitarne gli ordinativi. Le mandorle, salate e tostate, vengono acquistate a 40 euro circa al chilo. Cifra che è stata considerata troppo alta, nonostante –  secondo quanto si apprende – si tratti comunque di un prezzo di favore, ma troppo alta a fronte del fatto che le mandorle vanno letteralmente a ruba e c'è chi ne mangia a decine anche bevendo un semplice bicchiere d'acqua con il limone. Questa voce si aggiunge ad altre che, secondo quanto si apprende, hanno fatto registrare alla società che gestisce il servizio della buvette un bilancio in perdita. Per rimettere in sesto i conti, quindi, non solo i 'controllori dello scontrino', ma anche la decisione di alzare i prezzi di alcuni prodotti. Anche perché se la società dovesse continuare a stare in perdita, potrebbe essere costretta a licenziare. Rischio che prima di settembre non si correva dal momento che i commessi della buvette erano dipendenti della Camera, ora riposizionati in altre mansioni nel Palazzo.

Ma oltre a ritoccare qualche prezzo, la società ha deciso soprattutto di migliorare la gestione degli ordini per evitare sprechi alla fine della giornate. Nella spending review degli ultimi tempi sono rientrati anche i bicchieri e così è rimasta solo la fontanella con l'acqua che sgorga. Chi vuole bere, deve dotarsi di un bicchiere o ormai più comunemente di una bottiglietta propria. Ed è scattato pure il recupero crediti. E rintracciare alcuni 'furbetti'. Sono stati infatti diversi parlamentari, ormai fuori da Montecitorio, a non pagare un centesimo dopo aver mangiato ogni giorno alla Buvette della Camera. Un primo, un tramezzino, un caffè e poi i tanti pagherò che ora sono sul tavolo degli uffici amministrativi di Montecitorio che stanno portando avanti un'indagine informale sulle posizioni di diversi ex frequentatori del palazzo, e del suo bar. Con debiti accumulati che vanno dai 300 agli 800 euro a persona, per un totale di pranzi non pagati di quasi 20 mila euro. A settembre potrebbero essere presi i primi provvedimenti, anche perché ormai la tecnica usata è stata scoperta. Ogni deputato ha una carta ricaricabile, utile a pagare una serie di servizi della Camera come la buvette e il ristorante. Questa tessera può anche andare in passivo. Ed è successo che diversi deputati non siano più stati eletti, o sono diventati senatori. In entrambi i casi più di uno ha “dimenticato” di tornare alla cassa per saldare i propri debiti. L'amministrazione della Camera ha già provveduto a disattivare le tessere incriminate, finora 34 scovate. Al rientro dalle ferie però, il dossier che, sempre informalmente, stanno mettendo su gli uffici dovrebbe andare a finire all'ufficio di Presidenza e molto probabilmente sulla scrivania di Laura Boldrini. A quel punto sarà tutto nelle mani della presidente della Camera che deciderà cosa fare.