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Scenari

Al supermercato diminuiscono i volumi di vendita dei prodotti locali ma c’è l’aumento del fatturato per quelli con marchio di italianità

03 Ottobre 2024
Supermercato Supermercato

Prodotti presentati come italiani o regionali non sono risparmiati dai tagli al carrello della spesa. A dirlo è l’analisi dell’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy: nel canale supermercati e ipermercati, l’ampio paniere dei 26.516 prodotti che richiamano la loro italianità in etichetta ha perso il 4,5% dei volumi rispetto all’anno precedente. 

Il giro d’affari, invece, è cresciuto di +7,4%, superando gli 11,3 miliardi di euro”. I prodotti che riportano on-pack un claim relativo alla loro italianità (come “100% italiano” o “prodotto in Italia”), un’indicazione geografica europea o l’immagine della bandiera italiana restano – informa il report economico – i principali protagonisti del carrello della spesa: rappresentano il 27,7% delle oltre 139 mila referenze analizzate dall’Osservatorio Immagino e contribuiscono per il 28,3% al giro d’affari di supermercati e ipermercati. 

L’indicatore di italianità più utilizzato è la bandiera tricolore (15.433 prodotti), quello invece con la maggiore crescita annua è il bollino Dop, che ha messo a segno un +9,1%, arrivando a 716 milioni di euro di sell-out, ed è anche l’unico – evidenziano – gli analisti – degli otto claim monitorati ad aver registrato un aumento delle vendite in volume (+1,6%). Sono 10.420 i prodotti alimentari venduti in supermercati e ipermercati sulle cui confezioni è indicata la regione di riferimento. 

Nel 2023 il paniere ha registrato un +5,2% a valore (superando i 3 miliardi di euro) e un -3,7% a volume. Tutti i panieri regionali hanno aumentato il loro giro d’affari, con crescite a doppia cifra per Molise (+17,3%), Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta e Basilicata, di queste, Molise, Basilicata, Valle d’Aosta e Puglia hanno accresciuto anche le vendite a volume. 

Guardando al fatturato totale, la classifica delle regioni in etichetta vede confermato il podio: primo posto per il Trentino-Alto Adige (oltre 406 milioni di euro), secondo per la Sicilia e terzo per il Piemonte.