L’Italia ancora una volta la più rappresentata, fra gli espositori esteri, alla 58ma edizione del Summer Fancy Food, la più importante fiera commerciale del settore alimentare nel Nord America, è specializzata nel segmento gourmet dei prodotti alimentari.
Il padiglione italiano riunisce oltre 230 espositori su un’area espositiva di 2.341 metri quadrati e ospita aziende, gruppi
regionali, consorzi e Camere di Commercio. La fiera, che si tiene a Washington, ospita nel suo complesso 2.300 espositori provenienti da 80 paesi ed è visitata in media da oltre 18.000 importatori, giornalisti, distributori, produttori, ristoratori, manager di ristoranti del settore alberghiero, scuole di cucina e consulenti.
“Grazie a prodotti di assoluta eccellenza l’Italia – afferma il vice capo missione dell’Ambasciata d’Italia a Washington, Luca Franchetti Pardo – è al primo posto come esportatore di vini negli Stati Uniti, nonché per una serie di altri prodotti alimentari quali olio d’oliva, formaggi, pasta, prosciutto e acque minerali”. In occasione dell’evento, l’Ambasciata d’Italia a Washington ha ospitato un incontro tra oltre 300 espositori, giornalisti e rappresentanti delle agenzie governative americane competenti in materia alimentare, agricola e doganale. La manifestazione è organizzata con il sostegno di Tuttofood Milano World Food Exhibition ed Urbani Tartufi. “Il mercato americano riveste un’importanza strategica per la produzione alimentare e vinicola italiana – ha osservato Pardo -. Nel 2011 gli Usa hanno importato dall’Italia prodotti alimentari e vini per un valore di 3,63 miliardi di dollari”.
Per molti prodotti, l’Italia detiene da anni una leadership incontrastata rispetto ai paesi concorrenti. È il caso dell’olio di oliva, con una quota di mercato del 56%, della pasta (30,4%) e dei formaggi (28,9%). Particolarmente positiva è la performance del settore vinicolo, che nonostante la riduzione dei consumi dovuta alla crisi economica, ha continuato a registrare andamenti positivi, coprendo quasi un terzo del mercato statunitense di vini importati e registrando un valore di 1,5 miliardi di dollari, in crescita nel 2011 del 19% rispetto all’anno precedente.