Spopolano all’estero.
Continuano a viaggiare nei mercati oltre confine a vele spiegate. Le bollicine italiane sono in crescita del 6,6% in volumi e +9,2% in valore. In Europa l'export fa segnare un +7% in valore e un -2% in volumi. Sono però gli asiatici a richiederle di più. Due milioni le bottiglie consegnate in più rispetto al 2011. È quanto riferisce all'Ansa Giampietro Comolli, a capo dell'Osservatorio economico vini effervescenti spumanti italiani (Ovse), tirando le fila del primo semestre
2012.
E’ il momento d’oro per gli spuntanti italiani, nonostante la crisi. Il Prosecco ha conquistato Giappone ed Estremo Oriente. In questa parte di mondo si sono registrati per gli spumanti italiani l’+11% in volumi e il 20% in valore, di questi il al 96% rappresentati da Prosecco, Asti e Valdobbiadene. Buone notizie anche dalla ex Urss, il trend delle esportazioni è positivo, con un incremento dei consumi dell'8% e un aumento dei valore del 2%.
Anche in Canada e Usa il periodo è roseo per le bollicine made in Italy. Mantengono un trend crescente. Brasile e Sud America segnano per la prima volta un dato stabile.
“Grazie all'export spumeggiante – nota Comolli – quest'anno ci sarebbero i presupposti per superare il fatturato record per i vini italiani di 4,2 miliardi di euro segnato nel 2011 quando solo per gli spumanti era stato di 1,2. In Italia per gli spumanti crescono produzione, volumi spediti e valore all'origine, ma le spedizioni sul mercato interno sono calate del 10,1%, i consumi del 6,9%”.
Tradotto: un giro di affari di -36 milioni di euro, dovuto a un calo di consumi interni di 4,5 milioni di bottiglie. “Senza export – conclude Comolli – il mercato dei vini italiani e vini spumanti segnerebbe una decrescita. Il Governo italiano deve rivolgere maggiore attenzione agli asset economici del Paese e il vino, come il buon cibo, sono certamente tra questi”.
C.d.G.