La sostenibilità è un principio divenuto ormai imprescindibile per un numero sempre più vasto di aziende ed è un requisito fondamentale per fidelizzare consumatori, sempre più attenti alle dinamiche legate al mondo della produzione.
Sostenibilità a tutto tondo: ambientale, sociale ed economica. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce l'iniziativa del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella, che ha varato la certificazione “RRR” (Riduci, Risparmia, Rispetta). “Il nostro obiettivo – spiega il direttore Olga Bussinello – è quello di accompagnare le aziende verso un’agricoltura più green, in linea con le esigenze del mercato, soprattutto estero, che pone sempre maggiore attenzione a prodotti sostenibili”. La sperimentazione inizia nel 2016 con l’adesione di 21 aziende del territorio, per una copertura di circa 460 ettari, ma la caparbietà di Olga Bussinello e del suo staff, insieme all’attenzione sempre crescente delle donne e degli uomini che guidano le aziende della Valpolicella, hanno fatto crescere in maniera esponenziale le adesioni alla certificazione “RRR”, che ad oggi conta circa 150 imprese vitivinicole per un totale di 1.100 ettari di vigneti certificati.
Le misure a vantaggio dell’ambiente e della salute umana, definite dal Protocollo RRR, prevedono che la difesa fitosanitaria debba essere attuata impiegando, solo se necessario, i prodotti a basso impatto verso l’uomo e l’ambiente, scelti fra quelli con caratteristiche di efficacia sufficienti ad ottenere la difesa delle produzioni a livelli economicamente accettabili, tenendo conto della loro persistenza e residualità. Tutto questo nell’ottica di privilegiare tecniche e strategie agronomiche e/o biologiche in grado di garantire il minor impatto ambientale e sociale, nel quadro di un’agricoltura sostenibile. Tali protocolli di difesa sostenibile mirano a tutelare siti particolarmente sensibili in un ambiente agrario antropizzato, diminuendo i prodotti fitosanitari inutilmente distribuiti, attraverso sistemi di supporto alle decisioni (SSD) che permettono di ridurre il numero di trattamenti, utilizzando prodotti e mezzi di lotta a bassa tossicologia. È incoraggiante constatare che già nel corso dei primi anni di sperimentazione si è potuto evidenziare l’effetto positivo sia sul piano tecnico, che sul fronte dell’efficacia nella salvaguardia degli equilibri naturali.
Antonio Stanzione