“Dobbiamo fare molta attenzione a non svendere il concetto di sostenibilità oggi tanto abusato. Per questo occorrono regole comuni e armonizzate che salvaguardino tutti, dunque sia le imprese che si impegnano responsabilmente in questo senso, sia i consumatori”.
Così parla dalla Milano Wine Week il capo dipartimento Dipeisr del ministero delle Politiche Agricole, Giuseppe Blasi, durante l’incontro “Sustainable Wine: Going Glocal” promosso da Equalitas, che ha visto il coinvolgimento di alcune delle più autorevoli voci del settore sia in ambito nazionale che internazionale, insieme alla presenza di Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, e Stefano Zanette, presidente di Equalitas. E poi aggiunge: “Non a caso, prendendo come modelli di riferimento tre macrosistemi virtuosi quali Equalitas, il Sistema di Qualità Nazionale di produzione integrata (Sqnpi) e il modello Viva, stiamo lavorando a livello ministeriale ad uno standard nazionale unico sul vino che coprirà tutto il ciclo produttivo, dalle operazioni colturali in vigna alla commercializzazione. Grazie all'impegno di un gruppo di esperti coordinati dal Mipaaf, possiamo dire di essere molto vicini ad un accordo tecnico da condividere con tutte le componenti della filiera e con le varie istituzioni, sia nazionali che regionali. Sarà un grande valore aggiunto per il Sistema Paese e un traguardo importante perché attraverso il vino daremo concretezza al concetto di sostenibilità, che rappresenterà il target di riferimento anche per altre filiere produttive dell’agroalimentare”.
L’ente di normazione controllato da Federdoc con Gambero Rosso, Valoritalia, Csqa e 3A Vino, infatti, ha fatto il punto sullo stato dell’arte della sostenibilità in ambito vitivinicolo, ponendo l’accento non solo sulla capacità del vino di rappresentare oggi “il prodotto simbolo di questa tematica”, ma anche sulla necessità di rispondere alle esigenze del mercato secondo tre fattori ormai imprescindibili: ambiente, etica ed economia. E per farlo ha chiesto il parere di Lorenzo Zanni (Equalitas), Alison Jordan (Affari Ambientali di Wine Institute e California Sustainable Winegrowing Alliance), Mike Veseth (Università di Puget Sound di Tacoma – Washington e The Wine Economist), Sasha-Monique Elvik (Vinmonopolet), Andrea Cantamessa (Eataly), Francesco Iacono (Onav) e Michele Manelli (Salcheto) con l’obiettivo di gettare le basi per arrivare ad un sistema unico di regole condivise, valido per il vino così come per tutto l’agroalimentare.
“Ciò che è emerso dal convegno di ieri – ha riassunto il presidente di Equalitas, Stefano Zanette – è che quello della sostenibilità è un tema complesso che necessita di un riconoscimento non più solo dal punto di vista ambientale, che rimane chiaramente l’ambito basilare, ma anche etico. Oggi è quanto mai fondamentale parlare di sostenibilità socio-ambientale, che di fatto è il principio alla base di Equalitas e dunque il fattore che può muovere ogni settore dell’economia nella direzione giusta”. Una visione a cui fanno eco le parole di Sasha-Monique Elvik, senior sustainability advisor di Vinmonopolet (monopolio Norvegia), da sempre in prima linea nell’adozione di un approccio manageriale green che abbracci anche la gestione sostenibile della manodopera, non solo la sensibilizzazione del consumatore. Utente, quest’ultimo, che secondo Andrea Cantamessa, category manager Vino Birra Alcolico di Eataly, e Francesco Iacono, direttore Onav, necessità di stimoli sempre più mirati al consumo consapevole, alla scoperta di nuovi territori e produzioni a tutela della biodiversità e ai profondi ed emozionali messaggi che stanno dietro alla singola etichetta. A rappresentare invece il punto di vista delle imprese, il presidente di Salcheto, Michele Manelli, che ha sottolineato l’importanza di rafforzare le politiche di settore e, allo stesso tempo, di battersi per la diffusione dello standard Equalitas, attualmente il modello sostenibile più completo esistente, malgrado sia ancora accessibile a pochi per la sua complessità.
“In conclusione – ha dichiarato Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc – Equalitas si configura come autorevole interlocutore in un momento in cui è quanto mai avvertita l’esigenza di certificare il livello sostenibile della produzione vitivinicola in Italia attraverso i tre pilastri su cui si basa la stessa mission di Equalitas. Fattori che trovano evidente coerenza con le finalità dei nuovi progetti ministeriali”.
C.d.G.