Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Soste di Ulisse/2, forse ora è necessaria una nuova governance dell’associazione

17 Gennaio 2018
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(Un quadro sulla Sicilia di Maurilio Catalano)

Le Soste di Ulisse sono una grande testimonianza del fare sistema in una terra di sfrenati individualisti quale è la Sicilia. Quando nel 2002 – ed io c'ero – un gruppo di chef e imprenditori della ristorazione siciliana si misero insieme e si presentarono alla stampa in un'assolata giornata al Mulinazzo di Villafrati, il ristorante pluripremiato di Nino Graziano, qualche addetto ai lavori fece un sorrisino ironico. 

“Quanto durano?”, fu la domanda. Dubbio inutile. Perché la prova tempo è stata superata. Anche grazie alla determinazione di chi ne ha fatto e ne fa parte. Partirono che erano poco meno di una ventina. Oggi si annoverano 52 strutture tra ristoranti (in prevalenza), boutique hotel, pasticcerie rinomate e così via. Un grande sodalizio. Tuttavia il tempo ha ampliato gli orizzonti e la mission richiede nuovi contenuti e nuove ambizioni. È come un'azienda che è costretta a cambiare oggetto sociale e a ridefinire compiti e traguardi. Perché dal 2002 ad oggi è cambiato il mondo. Secondo noi serve una nuova governance che dia un impulso diverso e una scossa a tutta l'associazione. Noi, che abbiamo a cuore le sorti de Le Soste di Ulisse, siamo pronti a indicare due-tre cose che andrebbero perseguite subito. Eccole.

1 – SERVE UNA DIREZIONE
Non nel senso geografico ma in quello gestionale. Qualcuno, un manager, con grande esperienza nel mondo della ristorazione e dell'accoglienza, che svolga i compiti operativi per conto del presidente, del direttivo e degli associati.  Un direttore è necessario per cercare partner, organizzare eventi,  intercettare nuove risorse economiche e umane, implementare la comunicazione e tanto altro.

2 – SI' AGLI EVENTI
Forse un'associazione come le Soste di Ulisse che vuole strizzare l'occhio al mondo intero, deve uscire dai confini siciliani, costi quel che costi. Resto d'Italia? Estero? Fino ad adesso si è fatto ben poco. Forse nulla. L'importante è cominciare.

3 – PIU' INCLUSIVI, MENO ESCLUSIVI
A forza di essere esclusivi verso l'esterno – il che può essere un valore – si rischia di essere esclusivi anche fra gli stessi soci. Non possono e non devono esserci soci di serie A e di serie B. Andrebbe contro lo statuto dell'associazione e del buon senso. Eppure in questi ultimi anni si è avvertito qualche atteggiamento del genere. Secondo noi non va bene. 

4 – PIU' DIALOGO CON LE ISTITUZIONI
Va abbandonata l'idea che dialogare con le istituzioni e con gli enti pubblici va bene solo se concedono soldi o contributi. Errore da matita blu. Un dialogo aperto e costruttivo con le istituzioni, sia quelle regionali che quelle dei singoli territori, va mantenuto sempre. Ci possono essere mille occasioni per averne un vantaggio. L'interlocuzione è fondamentale, anche se spesso la politica è sorda, distratta, indolente o incapace. E con un pizzico di creatività tutto il sistema Sicilia può averne un beneficio.

F.C.