Un metodo di studio e di lavoro multidisciplinare per un obiettivo condiviso, quello dello sviluppo sostenibile.
A partire da questa consapevolezza, le voci di molteplici esperti si sono alternate nel corso del Simposio Interazioni Sostenibili, in programma al Teatro Santa Cecilia di Palermo a cura della Fondazione SOStain Sicilia. Si tratta del programma di sostenibilità per la vitivinicoltura in Sicilia, prima regione in Italia per area agricola dedicata alla produzione biologica, promosso dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e da Assovini Sicilia. Il Simposio si è articolato attraverso un confronto variegato, a cui hanno partecipato molti esponenti del mondo accademico, ma anche protagonisti del tessuto produttivo, fino ad arrivare al punto di vista del consumatore, da cui è emersa l’importanza della sinergia, nell’ottica di una logica consapevole determinata dal valore ambientale. In particolare, il settore vitivinicolo siciliano rappresenta un unicum nel suo genere: da anni è impegnato nella promozione di uno sviluppo sostenibile che sappia valorizzare, accrescere e preservare il patrimonio naturalistico ed enologico dell’isola, sviluppando un protocollo integrato di sostenibilità che nasce dal basso, dalle esigenze dei produttori e per i produttori. Un settore dunque, che si fa promotore di buone pratiche a favore dell’ecosistema e della cultura dello sviluppo sostenibile, con una prospettiva nazionale e internazionale, a partire dalla Sicilia.
“Sono felice per l’entusiasmo con cui ben 20 relatori, provenienti da settori diversi, hanno condiviso le loro esperienze e competenze a questo primo Simposio organizzato dalla Fondazione SOStain Sicilia – sottolinea il presidente Alberto Tasca – Questo dimostra che la sostenibilità è un metodo di studio e di lavoro multidisciplinare, che non può prescindere da una ricerca di soluzioni che tengano in considerazione contemporaneamente i bisogni sociali, economici e ambientali. Abbiamo assistito oggi a un bellissimo momento di aggregazione, durante il quale abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci su temi diversi, facendo sistema e avendo tutti un unico obiettivo: il Bene Comune. Sono contento che questa sorta di rivoluzione culturale, basata sul noi piuttosto che sull’io sia partita proprio dalla Sicilia del vino. Sono convinto che questo modo di lavorare e questo approccio alla sostenibilità sia il giusto modo per disegnare il nuovo futuro”.
C.d.G.