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Scenari

Soave e Conegliano, un riconoscimento per il paesaggio

14 Dicembre 2015
bicchiere_vigneto_SOAVE bicchiere_vigneto_SOAVE

 

Il consorzio Soave Doc e il consorzio Conegliano Valdobbiadene Docg sono i primi due territori ad ottenere il riconoscimento “Patrimonio storico e rurale d’Italia”.

Manca solo un passaggio, formale ma necessario: la firma del ministro Maurizio Martina. Ma i decreti sono già stati predisposti e, dopo le firme dei vari dirigenti, finiranno sul tavolo del ministro Martina si spera entro la fine dell’anno, ma comunque entro il 30 gennaio 2016.
Il parere favorevole, però, fondamentale è arrivato lo scorso 4 dicembre, con l’approvazione da parte dell’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, della pratiche agricole e conoscenze tradizionali che, dopo tanti sopralluoghi, ha dato il benestare.

Sono state analizzate 123 zone produttive dell’agroalimentare italiano, e dopo aver considerato 35 candidature, ecco “Le Colline vitate del Soave”, il “Conegliano Valdobbiadene” e il Parco Rurale del Paesaggio Appenninico di Moscheta, diventando patrimonio storico-rurale d’Italia.
“Si tratta di un grande risultato per la denominazione del Soave – sottolinea Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di tutela del Soave – che si vede riconosciuta a livello nazionale la primogenitura quale comprensorio vitato storico. Il Consorzio, con la collaborazione di Viviana Ferrario, docente allo Iuav di Venezia, è stato protagonista assoluto in questo percorso a partire dal 2006 quando, con la pubblicazione del volume “Un paesaggio Soave” ha di fatto aperto una riflessione a livello nazionale sul tema del paesaggio storico e della sua tutela. Questo riconoscimento oltre che sottolineare una valenza ambientale storicizzata ed immutabile, pone le basi per un nuovo approccio soprattutto da parte del legislatore per una ridefinizione degli strumenti di sostegno per la viticoltura in areali tanto particolari ed estremi. L’auspicio è che nell’immediato futuro si possano mettere a diposizione dei viticoltori di collina opportunità di finanziamento specifiche per questi territori”.


(I vigneti di Conegliano Valdobbiadene)

Più cauto Giancarlo Vettorello, direttore del consorzio Conegliano Valdobbiadene: “Attendiamo l’ufficialità e poi brinderemo – dice -. Siamo fiduciosi e tutti siamo consapevoli dei benefici cheun simile riconoscimento darà a tutto il nostro territorio”.
Per quanto riguarda il Soave, Evidente nella zona classica, sono stati individuati 1.700 ettari collinari, microparcellizati, coltivati secondo le tecniche della viticoltura eroica. Risale infatti al 1816 la prima mappa, tratta dal catasto napoleonico, che censisce i vigneti del Soave, in base alla quale poi nel 1931, con decreto regio, è stata istituita la prima denominazione italiana. In questa zona – percepita come isola non urbanizzata nella campagna veneta – sono ancora oggi presenti elementi di edilizia storica, capitelli votivi, forme di allevamento come la pergola, muretti a secco. Esistono inoltre vigneti di oltre 100 anni, tutt’oggi produttivi.

Il Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico introduce di fatto un radicale cambiamento di visione che pone l’uomo al centro del contesto agricolo, non più come soggetto che turba l’ecosistema esistente con una forma di agricoltura intensiva ma, al contrario, come artefice principale nel mantenimento della biodiversità e nella conservazione del paesaggio.
Farne parte significa operare insieme al Ministero per definire “la significatività, integrità e vulnerabilità” del paesaggio rurale, tenendo conto sia delle valutazioni scientifiche, sia dell’importanza delle comunità e dei soggetti che operano in questa zona.

C.d.G.