(Nino Barraco)
Una decisione che era nell’aria da giorni. Antonino Barraco non è più assessore al verde pubblico, alle attività produttive, all’agricoltura e allo sviluppo economico di Marsala.
Non c’è conferma ufficiale dal sindaco Alberto Di Girolamo, ma il sito Itacanotizie riporta la lettera con la quale Barraco annuncia le sue dimissioni. Ed è un fiume in piena.
Alla base della decisione ci sarebbero non solo motivazioni di carattere personale (Nino Barraco è un attivo imprenditore vitivinicolo), ma anche relative al suo ruolo ed alle attività molto impegnative, in un settore quale quello delle Attività Produttive in generale (vedi in particolare le difficoltà di un settore vitivinicolo, quello marsalese, non certamente unito ma caratterizzato da un certo individualismo da parte di molti produttori). Proprio poco tempo fa parlavamo con lui del riconoscimento Docg al Marsala (leggi qui) e proprio questo “scontro” con alcuni suoi colleghi sarebbe anche alla base delle dimissioni
Ed ecco parte del testo della lettera scritta da Barraco
“Oggi ho consegnato le mie irrevocabili dimissioni nelle mani del signor sindaco Alberto Di Girolamo. (…) La mia attività amministrativa è stata frutto di una visione ben precisa della città: credo infatti che il futuro di Marsala dipenda per una grossa fetta dalle scelte che riuscirà a fare in campo agricolo e vitivinicolo. In questi mesi tutte le mie energie sono andate in questa direzione: la città deve riappropriarsi della sua identità contadina, verso cui sconta una vera e propria emorragia di forza lavoro, di energie, di memoria condivisa. Sono convinto che proprio riappropriandosi del proprio passato contadino, prendendo coscienza del proprio territorio Marsala possa trovare vie nuove di sviluppo per il futuro. Ho voluto affrontare questo tema che reputo centrale da un punto di vista sociale ed economico attraverso tre azioni principali:
–Azione culturale: da qui l’idea di intestare una strada a Marco De Bartoli per iniziare un percorso che, partendo dalla memoria, potesse poi sviluppare un ragionamento sull’identità, sulla cultura, sulle eccellenze del territorio;
–Azione Urbanistica: ho iniziato un ragionamento sull’identità urbanistica, partendo anche dal recupero dei vecchi dammusi e “malaseni” tipici delle campagne marsalesi, per fare risaltare l’immagine vitivinicola della città, il suo indissolubile legame con la terra, la vite, il vino. Un approccio articolato ma necessario per dare valore al territorio;
– Azione Economico/Sociale: ho portato avanti un procedimento per la creazione di un marchio Docg Marsala: un percorso di valorizzazione economica e culturale delle materie prime che, prendendo esempio da modelli già esistenti altrove, si potrebbe tradurre, se adottato, in crescita economica e culturale per i nostri contadini.
Tutto questo però, si è scontrato con chi pensa che il nostro vino debba continuare ad essere “venduto in padella” e non debba avere riconosciuta la dignità di una tavola e poi con le lentezze della politica e della burocrazia. Da imprenditore, da uno che vive la realtà di tutti i giorni e ha la contezza del cambiamento vorticoso degli scenari economici e quindi della necessità che le decisioni prese vengano concretizzate con la velocità che la società moderna detta, questa esperienza è stata difficilissima. E’ stato molto difficile dovermi misurare con i tempi della burocrazia e della politica, tempi assolutamente non congrui rispetto alle esigenze del territorio e alle risposte che credevo di poter dare con le mie azioni. A questo si aggiunga, da un lato la mancanza di risorse umane (mancanza di una segreteria e di un gruppo di lavoro a mia disposizione) e finanziarie che ha reso ancora più difficile raggiungere gli obiettivi che mi ero posto, dall’altro la pressione dell’antipolitica, il disprezzo verso chi si spende politicamente e ricopre ruoli istituzionali, un fenomeno che ho potuto misurare personalmente in questi mesi. (…)”
C.d.G.