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Scenari

Si conclude il primo anno del diploma Master of Wine, direttamente da Londra il report a caldo dell’esame finale

10 Giugno 2013
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Sta affogando la tensione nella birra, perché “di vino non ne vorrà sentir parlare fino a domattina”, ci riferisce scherzando da Londra Alessandro Torcoli, il direttore di Civiltà del Bere.

Ha appena finito la prova d'esame che conclude il primo anno del diploma Master of Wine. La sua è l'unica testimonianza che riceviamo da un aspirante italiano. Torcoli è arrivato alla fine del primo step di un iter davvero difficile e propedeutico al conseguimento del prestigiosissimo titolo fino ad ora assegnato solo a 304 persone nel mondo. Il report di questa memorabile giornata, tale non solo per lui ma anche per gli altri due compagni italiani che lo affiancano in questo percorso, Roberto Anesi e Maria Gerari, Torcoli ce lo dà a caldo. Perché da poco ha finito di dare l’esame. Lo raggiungiamo telefonicamente mentre è riunito con i suoi compagni di studi in un pub. L’occasione di poterci fare raccontare uno spaccato importate della vita di un aspirante MW è ghiotta per noi che facciamo il tifo per l’Italia, Paese che non ha mai avuto un rappresentante in questa esclusiva membership del vino e che riunisce esperti e opinion leader di grossissimo calibro, la più popolare, tanto per citare solo un nome, Jancis Robinson.

Il direttore racconta la prova ma non ci ha potuto fornire i dettagli poiché fra qualche ora a sottoporsi allo stesso esame saranno gli studenti californiani nella Napa Valley. I primi ad affrontarlo sono stati gli australiani da Sidney. L’esame si  svolge in due fasi, una pratica e una teorica, e per la classe di Londra, composta da 50 “alunni” tra cui Torcoli, è cominciato questa mattina.

La prima verifica è stata un wine tasting di 12 vini di diverse tipologie e di cui, per ciascuno, si doveva dare una descrizione rispondendo poi anche a domande aperte su origine, qualità dell’uva, qualità e stato di maturità del vino. In tutto concesse solo due ore di tempo. “E’ stata dura – ammette Torcoli- anche per quanto riguarda la gestione del tempo”. Di pomeriggio  gli studenti hanno dovuto scrivere due trattati brevi su due temi a scelta e rispondere a due domande, una obbligatoria e una opzionale tra due possibilità..
 
“Diciamo la verità – prosegue Torcoli – l'esame è difficile anche se ti sei preparato. Degustare alla cieca è ogni volta un viaggio nuovo, incominci a fantasticare con la mente, dagli indizi che hai nel bicchiere ti ritrovi in ogni parte del mondo. La parte teorica è stata ardua così come mi aspettavo, e so che se dovessi passare al secondo anno la strada potrebbe essere molto dura. Ti sottopongono domande specifiche e tecniche, cosa che richiede una preparazione  molto profonda,  per noi italiani è poi anche difficile, perché ci chiedono di descrivere esempi di ogni parte del mondo”.

L’esito si saprà fra qualche settimana, a luglio, ma per gli aspiranti Master of Wine la prova in sé, e tutto il percorso che li ha portati a questo fase, è già una conquista, un traguardo raggiunto. “Comunque sia andata, sento davvero di essere cresciuto molto, ho acquisito un punto di vista nuovo che non avevo, aperto, internazionale, analitico molto profondo, e che richiede tempo a costruirlo, ad importarlo. Questa esperienza è stata importante soprattutto per il viaggio che sto facendo, per le relazioni che sto costruendo con i compagni del corso, professionisti di altissimo livello, con cui condivido l’obiettivo di continuare a crescere”.

E immancabile giunge l’augurio ai neo sei aspiranti italiani che hanno appena passato la selezione per accedere al primo anno del diploma (per leggere l’articolo cliccare qui). “Auguro di fare un buon viaggio, come sto facendo io”. E lancia un appello: “Facciamo di tutto per trovarci insieme a studiare e a degustare, da soli non si va da nessuna parte”. 

Manuela Laiacona