Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Settesoli, i manager dell’export e del marketing fanno il punto sui mercati esteri

24 Luglio 2013
mariasolina mariasolina


Maria Isolina Catanese, Brand Ambassador 

Sullo scenario dei mercati esteri e dei consumi fa il punto la squadra di Settesoli, i manager che si occupano di export e che ogni giorno guardano alle evoluzioni dei gusti e delle vendite oltreconfine.

 Sulle rotte che deve prendere il vino italia riflettono anche alla luce dell'ultima edizione di Vinexpo, da poco conclusa e che ha visto partecipare 50mila visitatori. 

Sanna van Hervaarden, Export manager di Cantine Settesoli, responsabile dell'area Europa dell'est, conferma con la sua esperienza la tendenza dell'export internazionale: “La mia impressione è che sui mercati internazionali, i vini italiani stanno ottenendo risultati davvero buoni e, nello specifico, i vini siciliani sono molto apprezzata”. 

Sull'appeal che esercitano i vini italiani all'estero, Walter Cramer, Business Development Director International, rivela: “In breve le loro caratteristiche organolettiche; i consumatori rimangono spesso molto colpiti dalla qualità e dalla gamma dell'offerta isolana. Oltre alle tradizionali e conosciute denominazioni di qualità , i vini siciliani hanno un importante potenziale di sviluppo basato sulla capacità di produrre vini di alta qualità ed innovativi nel sud d'Italia”.

Di promozione del vino e di educazione al gusto di una nuova schiera di potenziali wine lover, in aumento nei mercati emergenti, parla Jordi Prat Morgades, Export Manager di Cantine Settesoli responsabile dell'Europa Centrale e Giappone. “Nei mercati emergenti, anche se il consumo pro capite è in crescita, c'è la necessità di essere consapevoli delle specificità , delle esigenze e delle tendenze di consumo locali, e di adattare l'offerta a quello che i consumatori prediligono. Questo perché la maggior parte di essi sono ancora alla scoperta dell'universo-vino”.

La partita l'Italia può giocarla e vincerla puntando sulle sue varietà. Ricardo Andujar, Export Manager di Cantine Settesoli, responsabile di Svezia, Norvegia, Russia e Cina, infatti riporta: “Sicuramente – parlando di Sicilia-  c'è una rivalutazione dell'autoctono: Grillo, Nero d'Avola in particolar modo sono dei vitigni molto richiesti perché considerati caratteristici ed identificativi dell'isola. A seconda della specificità di ogni mercato, però, anche vitigni internazionali come Syrah che si esaltano nel terroir siciliano sono in genere decisamente graditi”.

Sul banco d'analisi ovviamente ci sono i dati di mercato e le problematiche che frenano la crescita all'estero. tra queste la burocrazia e carenze nella strategia di comunicazione che non tiene ancora conto di una adeguata diversificazione del target. 

Secondo Maria Isolina Catanese, Brand Ambassador Mandrarossa ” Il vino è una delle eccellenze italiane ben riconosciute all'estero ma molto penalizzato dai costi di esportazione. I dazi infatti incidono molto sulle aziende e penalizzano soprattutto le piccole realtà vinicola”.

Giuseppe Bianchini, Responsabile Marketing del brand Mandrarossa, in linea con le dichiarazioni di Maria Isolina, continua: “C'è da dire che in Italia, il processo in atto di regionalizzazione dei consumi non aiuta il vino siciliano ad oltrepassare lo stretto”.

In merito al cambiamento del mercato del vino, Antonella Imborgia, Responsabile Marketing del brand Settesoli, esprime il suo punto di vista: “Il consumo pro-capite in mercati più maturi (Italia, Francia e Germania ad esempio) sta diminuendo, attestandosi fra i 37 e i 40 litri all'anno, mentre in mercati emergenti come il Brasile o la Cina e la Russia sta aumentando. Questo mostra chiaramente come il mercato globale del vino stia assumendo nuove dinamiche ed equilibri. Per le aziende produttrici questo significa tarare le strategie commerciali e di marketing secondo logiche diverse. In mercati maturi, che per Cantine Settesoli rappresentano ancora lo zoccolo duro del fatturato, si beve meno ma si beve meglio. Si ottimizza il rapporto qualità prezzo: vini più buoni ma a prezzi ragionevoli, questa sembra essere la ricetta vincente anche e soprattutto per andare incontro alle esigenze di un consumatore che, a vari livelli, è comunque colpito dalla crisi. Giuseppe Bianchini continua: “In termini di consumi, si privilegiano sempre più vini fortemente espressivi del territorio di origine. Il gusto si indirizza inoltre verso vini piùpiacevoli e freschi, il costo medio tende a ridursi ed in ogni caso deve sempre essere assolutamente adeguato alla qualità (value for money). Si è meno disponibili a sperimentare e ci si rivolge verso prodotti dalla “qualità certa”. Il consumo domestico è evidentemente favorito in questa fase di recessione di consumi fuori casa, per cui il canale dell'on-trade, ed in particolar modo quello della mescita – soprattutto quella più elevata – mostra evidenti segnali di crisi.