di Maria Giulia Franco
Non solo in tavola, ma anche nei negozi di estetica. Si possono contrastare i segni dell'età della pelle con creme e fluidi a base di pesce, dal gambero rosa, alla triglia al nasello del mar Mediterraneo.
In che modo? Utilizzando come cosmetico alcune specie di pesci che, quando vengono catturati sotto la taglia minima commerciale, ossia con dimensioni inferiori a quelle stabilite dalla normativa comunitaria e nazionale, non possono più però per legge essere buttati in mare anche se privi di vita. Via libera dunque a cosmetici a base di pesce, ma anche ad integratori alimentari e a mangimi, secondo quanto stabilito da Bruxelles. L'Unione europea, ricorda la Federcoopesca-Confcooperative, mette un freno all'antica pratica di restituire al mare il prodotto non vendibile, in base di una normativa comunitaria che obbliga i pescatori a portare a terra e a sbarcare il prodotto fuori taglia. Via via l'Unione europea ha allargato la possibilità di trasformazione dei mini pesci fino a consentire ora anche l'utilizzo cosmetico e a uso mangimistico.
''Questa norma è un nuovo modo di guardare alla blu economy – commenta Federcoopesca – si aprono così nuovi mercati per gli operatori anche se dovranno avere a che fare con ulteriori aggravi burocratici; l'auspicio è che, una volta entrata a regime, questa legge diventi uno strumento efficace per una pesca sempre più sostenibile e un contributo tangibile nella lotta agli sprechi''. Per consentire ai pescatori di adattarsi al cambiamento, l'obbligo di sbarco sarà introdotto gradualmente entro il 2019 per tutti i tipi di pesca commerciale nelle acque europee. La legge, precisa l'associazione, fissa paletti rigidi indicando le specie, le zone di pesca e le imbarcazioni soggette a quest'obbligo, in modo che tutto venga poi tracciato. Prodotti ittici che potranno essere impiegati dall'industria cosmetica per realizzare integratori alimentari e cibo destinato agli animali domestici ma non per l'uso alimentare umano anche se a scopi benefici.