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Scenari

Se arriva la malinconia, noci e mandorle per combatterla

01 Dicembre 2016
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“I lunghi singhiozzi dei violini d'autunno feriscono il mio cuore d'un monotono languore”, scriveva Paul Verlaine. Eppure in questa stagione il rimedio per sfuggire alla tristezza c'è.

“In questo periodo dell'anno, gli animali vanno in letargo, noi verso la malinconia d'autunno. Per questo, siamo portati ad abusare di dolci e carboidrati in questi giorni, di conseguenza a ingrassare. Ma possiamo contare sull'aiuto di alcuni alimenti sani”, spiega Pier Luigi Rossi, medico specialista in Scienza dell'Alimentazione, e autore del libro “Conosci il tuo corpo, scegli il tuo cibo” (Aboca 2016).

 “La diminuzione della luce solare – osserva Rossi, tra i massimi ricercatori nella genomica nutrizionale – determina riduzione della serotonina, neurotrasmettitore conosciuto anche come ormone del buon umore e un aumento della melatonina. Questa variazione del profilo ormonale nel nostro cervello condiziona il comportamento alimentare: aumenta la pigrizia e scatta la fame di carboidrati e cioccolata, che fanno aumentare all'interno del cervello un amminoacido che si chiama triptofano, produttore di serotonina”. Tuttavia possiamo ottenere risultati simili e in parte compensare lo squilibrio, assumendo altri alimenti 'insospettabili' che stimolano la produzione di triptofano: come noci, mandorle, banane, verdure a foglia verde, legumi, carne, yogurt. Questo, afferma l'esperto, recentemente insignito del premio “Tao Awards 2016 per la Scienza dell'Alimentazione” per aver superato il concetto del calcolo giornaliero delle calorie in favore della salute metabolica, “è solo uno dei tanti esempi che conferma il grande peso che gli ormoni rivestono nella nostra vita e di quante reazioni vitali avvengono dentro di noi, anche se noi non sappiamo nulla”.

“Negli ultimi anni, le scoperte sulla genomica nutrizionale hanno dimostrato che gli alimenti che assumiamo ogni giorno sono in grado di “dialogare” con le cellule e con il nostro Dna. – conclude Rossi – Le calorie non agiscono sul Dna, nè esercitano alcuna influenza sul nostro metabolismo; è la qualità molecolare degli alimenti, cioè la loro diversa composizione in principi nutritivi, che condiziona il metabolismo cellulare e il profilo ormonale di un organismo dopo ogni singolo atto alimentare”.

Maria Giulia Franco