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Scenari

“Scontro” banche-produttori di vino: “E-commerce fondamentale” “Assolutamente no”

06 Maggio 2021

di Emanuele Scarci

Dialogo difficile tra banche e produttori del vino. Per il dopo pandemia UniCredit sceglie uno dei territori più rinomati d’Italia e il confronto online si risolve in due ore di parziale incomunicabilità.

Gli esperti della banca milanese intendevano spiegare ai produttori del Brunello di Montalcino che il rilancio passa principalmente dalle leve strategiche di e-commerce (anche per l’alto di gamma), sostenibilità e internazionalizzazione. Andrea Burchi e Marco Wallner hanno esposto lungamente quali siano gli strumenti finanziari (compresi il credito sul vino da Riserva a lungo affinamento, il bond di filiera e il pegno rotativo) messi a disposizione dall’istituto per le imprese che debbano superare i traumi dell’emergenza sanitaria. Mentre Luigia Mirella Campagna ha assemblato dati e trend generali di mercato prodotti nei mesi scorsi da vari centri di ricerca. In Italia, per il 2020 UniCredit stima un calo del fatturato medio tra il 10 e il 15%, anche se le situazioni individuali sono molto differenziate. Infatti l’anno scorso le vendite di Brunello di Montalcino sono cresciute del 12% a 9 milioni di bottiglie mentre “nel primo trimestre del 2021 il dato dei contrassegni di Stato è del +37%” ha sottolineato il presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci.
In generale l’export di vino italiano si è mostrato più resiliente degli altri, grazie anche ai mancati dazi americani, e per il 2020/25 le stime elaborate da UniCredit ipotizzano una crescita media annua composta dell’export mondiale del 6,4%. Tuttavia per il contesto toscano serviva un’analisi più specifica dei vini di qualità e dei brand, con focus sui distretti di valore come Bordeaux, Borgogna, Barolo, Napa e Brunello.

Scontro largo consumo e brand
Dopo la lunga esposizione, i produttori di Biondi Santi, Antinori, Banfi e Fattoria dei Barbi hanno cercato di convincere i rappresentanti di UniCredit che i vini toscani di pregio ma in particolare “il Brunello di Montalcino non è un prodotto di largo consumo. Non si può confondere Hermes con H&M”: copyright del ceo di Marchesi Antinori Renzo Cotarella. E sempre Cotarella ha incalzato gli esponenti di UniCredit: “La pandemia ha attenuato la dicotomia tra Gdo e Horeca e il web, rendendo più trasparente i prezzi del vino, ha favorito un mondo più aperto. Anche per la Gdo. Sulla sostenibilità, per evitare comportamenti scorretti, è necessario stabilire parametri chiari e oggettivi”. Giampiero Bertolini, ceo di Biondi Santi, ha contestato l’enfasi data al commercio online. “Non credo che l’e-commerce sia in grado di cambiare il modello commerciale corrente. Probabilmente in una certa misura disintermedia, ma i primi 5 player dell’e-commerce italiano generano un giro d’affari complessivo di 120 milioni. Niente rispetto alle vendite totali. E poi mi sembra che sottovalutiate il peso del brand. Nel 2020 i vini di marca hanno ottenuto risultati migliori del quadro generale”.

Dati in tempo reale
Al termine, l’affondo di Stefano Cinelli Colombini, vice presidente del Consorzio: “Per il Brunello di Montalcino gli ultimi 12 mesi sono stati molto positivi, non solo nelle vendite ma anche sul fronte delle giacenze, calate considerevolmente. E se il nostro vino di punta sta vivendo un ottimo momento a partire dalla fascia più alta, il complesso delle denominazioni toscane sta dando segnali di ripresa, con una crescita dell’imbottigliato dell’11,4% nei primi 4 mesi di quest’anno”. Poi Cinelli Colombini ha aggiunto: “Questi risultati li abbiamo ottenuti con anni di lavoro, anche per merito dell’informazione in tempo reale. Voi ci fornite informazioni generiche e dati medi di mercato e, per di più, in ritardo. Invece il futuro si gioca sulla disponibilità di dati di vendita consolidati in tempo reale, di singoli mercati, divisi per prezzi minimi e massimi. Anche se non sarà possibile averli per canale. Nel Consorzio stiamo lavorando su questo, per conoscere e farci conoscere”.

Progetto finanziato
A margine del convegno, Cinelli Colombini ha sottolineato che il progetto informativo in tempo reale del Consorzio è stato approvato in sede Ue e sarà finanziato. Più avanti invece il progetto del Consorzio del Chianti Classico, partito in anticipo. L’imprenditore conviene con UniCredit che l’e.commerce può favorire i vini di grande pregio ma “l’evoluzione non va forzata, va lasciata crescere naturalmente, mentre dobbiamo conservare assolutamente la tutela dell’Horeca”. Secondo il vice presidente si pone troppa enfasi sul sogno della Cina, “meglio Giappone, Corea e Taiwan, mercati più affidabili. Le banche incassano le commissioni ma trascurano il rischio dell’invenduto in Cina”. Infine i prodotti di Unicredit: “Alcuni sono interessanti, come quello di filiera concordato con Banfi. Consente di non utilizzare l’azienda come banca per il cliente e il fornitore. Ma anche il lavoro svolto sulle giacenze: se le banche le usassero seriamente come garanzia si risparmierebbero tantissimi insoluti e fornirebbero un polmone alle aziende”.