Piemonte e Valle d’Aosta. Di certo la prima cosa che viene in mente chiudendo gli occhi sono inverni freddi e neve. Ma da alcuni anni stiamo vivendo sempre più un deciso cambio di clima: l’inverno 2024, per esempio, si sta rivelando particolarmente anomalo, più degli scorsi anni, tra assenza di freddo e pochissime precipitazioni nel Nord Italia. Nuove colture nascono così anche in questi territori.
Da 20 anni nel Canavese, in Piemonte, esiste l’associazione degli olivicoltori (Asspo) che raccoglie soci piemontesi ma anche di alcuni territori valdostani. Più una scommessa che una realtà imprenditoriale, ma l’attenzione verso le piante e la loro conoscenza è molto alta. All’interno dell’associazione con sede a Vialfrè ci sono attualmente 200 soci.
“Il cambiamento climatico – racconta a Cronache di Gusto il vicepresidente Piero Lomagno – gioca certamente a nostro favore. Nel 2003 c’erano inverni che portavano diverse gelate e qualcuno si è subito demoralizzato. Noi siamo stati testardi e siamo andati avanti perché la passione era molto più forte delle difficoltà”. Passione: il motore del lavoro di queste piccole realtà, quasi tutte a conduzione familiare. Per la gestione dell’uliveto l’associazione organizza dei corsi: “Ci segue un vivaista di Pescia, in provincia di Pistoia. I nostri soci – continua Lomagno – sono seguiti da tecnici specializzati della Toscana. Anche l’olivo ha le sue esigenze e siamo vogliosi di imparare sempre più tecniche nuove. Ogni anno ci rivolgiamo al vivaista Pietro Pacini di Veneri (PT) che ci consiglia e che manda le piante in vaso di due/tre anni. Queste piante vengono poi distribuite ai nostri soci”.