La Sicilia da un lato, la Sardegna dall’altro. La crisi idrica colpisce anche l’Isola, in cui è stato dichiarato lo stato di calamità.
“Le prime grida di allarme le abbiamo lanciate a maggio – ha dichiarato Alessandra Todde, presidente regionale -. Ora non abbiamo altro tempo da perdere”. La situazione peggiore si registra in Ogliastra, ma sono gli invasi di tutta l’isola ad essere in sofferenza.
Sulla situazione è intervenuto anche Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna: “Per questa stagione la maggior parte delle strutture ricettive si è attrezzata con mezzi propri, chi facendo ricorso alle cisterne, chi con l’impiego di dissalatori. La paura però è che in piena estate l’acqua arrivi a mancare del tutto. Naturalmente è pacifico che dover ricorrere a soluzioni di emergenza comporterà un aumento dei costi – ha concluso. Per questo motivo diciamo che si deve intervenire con una visione di prospettiva”.
In Sardegna sono disponibili al momento meno di 916 milioni di metri cubi d’acqua su un totale di 1824 milioni invasabili. I dati diffusi lo scorso 31 luglio indicano che la percentuale di riempimento delle decine di dighe presenti è pari al 50,2%. Un anno fa era invece del 71%.