La zuppa umbra dell'alleanza
da Torino Daniela Corso
Fagiolina del Trasimeno, fava cottòra dell’Amerino e roveja di Civita da Cascia, sono tre legumi presìdio Slow Food che riuniti in una zuppa sono tra i simboli dello slogan dell’attuale edizione del Salone del gusto: “cibi che cambiano il mondo”.
A presentarli , insieme a tre produttrici, Angelica D’Antonelli, Elisabetta Mazzeschi e Silvana Crespi, il presidente nazionale di Slow Food Roberto Burdese che ha così spiegato la scelta di questo piatto, emblema di fratellanza: “L’attuale momento di crisi esalta un’opzione di vita nella produzione di cibo e nell’agricoltura che mai come oggi si prospetta tanto interessante. Inoltre, finalmente inizia a realizzarsi quel cambiamento da noi tanto auspicato che ha come protagonisti le donne e i giovani, per troppo tempo distanti dal mondo agricolo. La scelta di consumare legumi – continua Roberto – permette di ridurre il consumo di carne, di recuperare biodiversità, di avere una dieta più ricca di gusto, senza dimenticare che fa bene all’ambiente e migliora la qualità agronomica”.
Tanti motivi per compiere una scelta consapevole ogni volta che mangiamo sostenendo, come in questo caso, un’agricoltura di recupero. Le aree in cui avvengono le coltivazioni di questi semi antichi sono, infatti, piuttosto impervie e a quote abbastanza elevate il che rende la loro raccolta difficile e la produzione ancora molto limitata.