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Scenari

Salento, la strage degli ulivi, le organizzazioni non vogliono abbattere gli alberi

18 Marzo 2015
ulivi_abbattuti ulivi_abbattuti

Le organizzazioni degli olivicoltori bocciano la richiesta della Commissione Ue di abbattere tutti gli ulivi del Salento colpiti dal batterio Xylella e invitano ad accelerare sulla ricerca e predisporre piani straordinari, ma gli scienziati del Cnr invitano a non farsi illusioni.

“A breve – dicono – non ci sono terapie, l'unica arma è abbattere le piante infette”. È il quadro che emerge da un'audizione sull'emergenza Xylella in Puglia presso la Commissione agricoltura del Senato. “Stiamo parlando di un organismo nuovo per noi ma già ben noto nel mondo, studiato da almeno 130 anni negli Usa e in tutti questi anni non hanno ancora trovato una terapia”, osserva il ricercatore Donato Boscia del Cnr-Istituto per la protezione sostenibile delle piante. “Non si tratta di essere d'accordo o meno con la Comunità europea – aggiunge il ricercatore – il loro atteggiamento è quanto meno comprensibile visto che il problema è ancora confinato in un lembo molto piccolo dell'intero continente europeo; a rischio in effetti, c'è tutto il bacino Mediterraneo che al momento è pulito”.
Boscia tiene però a precisare che “l'eradicazione delle piante non è certo la soluzione finale, ma solo di contenimento”. Il presidente di Unaprol David Granieri sottolinea come “ci voglia il massimo impegno da parte di tutti, che non è certo abbattere gli alberi ammalati, sostenendo con ogni mezzo la ricerca con i fondi strutturali”. Per il presidente Coldiretti Lecce e vicepresidente Unaprol, Pantaleo Piccinno, l'emergenza Xylella “è una corsa contro il tempo che deve interessare tutti, i focolai sono sempre più numerosi e le misure sinora messe in atto sono assolutamente insoddisfacenti. Abbiamo presentato una fotografia della drammatica situazione – aggiunge Piccinno – e la necessità dell'ormai improcrastinabile dichiarazione di stato di calamità”.
L'industria del settore si schiera sulla posizione comunitaria: “Siamo convinti – dicono Federolio e Assitol – che il dramma della Xylella per gli agricoltori colpiti, cui devono essere assicurate le risorse necessarie, debba costituire un'opportunità per espiantare le piante colpite dal parassita e sostituirle con nuovi impianti moderni e maggiormente produttivi”. 

C.d.G.