Programmare il futuro, soprattutto nel campo della ricerca e della sperimentazione. Questo il senso degli incontri, virtuali a causa della pandemia, voluti dal presidente dell’Irvo Sebastiano Di Bella.
Il numero 1 dell’istituto regionale vite e vino, ha voluto incontrare in streaming i produttori di vino e di olio siciliani in 4 incontri. Con loro si è parlato delle importanti decisioni da prendere per quanto riguarda le attività di ricerca e sperimentazione da mettere in pratica nei prossimi anni. Tantissimi gli argomenti trattati e soprattutto Di Bella ha lasciato spazio proprio ai produttori che hanno avuto la possibilità di chiarire i loro dubbi su alcune tematiche molto significative. Tra queste, gli studi di zonazione dei diversi territori vitati per valutarne la differente vocazionalità; gli studi sui vitigni del territorio, anche in collegamento al punto precedente, con particolare riferimento alle varietà Grillo, Nero d’Avola e Catarratto, per quest’ultimo anche sotto l’aspetto della produzione dei vini spumanti con metodo classico; il recupero degli antichi vitigni autoctoni; gli studi per il contrasto al mal dell’esca; gli studi sui coadiuvanti per gestire meglio la maturazione delle uve e gli stress ambientali; gli studi sulle concimazioni effettuate nelle diverse fasi fenologiche della vite e qualità dei vini ottenuti; la caratterizzazione di concimi alternativi a quelli chimici, quali misti organici e/o residui di distilleria; gli studi sull’impiego di lieviti selezionati sia Saccharomyces che non-Saccharomyces di origine siciliana; la selezione di lieviti specifici per i vini passiti ed in particolare per la Malvasia delle Lipari; gli studi su prodotti alternativi quali, ad esempio, il vermouth.
Interessante anche la due giorni “virtuale” con i produttori dell’olio. Si è parlato di progetti di ricerca sulla valorizzazione degli scarti di lavorazione, tra cui le foglie prodotte dall’uso degli abbacchiatori, l’acqua di vegetazione, la sansa di olive, con studi che permettano il recupero dei polifenoli o l’utilizzo nella mangimistica e nella produzione di biomassa ed energia; progetti che permettano di valorizzare le proprietà nutraceutiche dell’olio, nonché studi sull’oleocantale e sulle sue caratteristiche antiossidanti e antinfiammatorie; progetti di valorizzazione di prodotti alternativi quali condimenti ottenuti sia dalle olive che dagli agrumi. L’Istituto si prepara così, alla vigilia del prossimo Programma di finanziamento europeo 2021-2027, ad individuare le tematiche di ricerca e sviluppo su cui concentrare risorse umane ed economiche. Prossimo passo il 14 dicembre, con la videoconferenza in cui l’Irvo incontrerà le Università siciliane ed alcuni Istituti del Cnr presenti sul territorio per costruire la rete di ricercatori che dovrà prima definire, poi redigere ed infine realizzare i futuri programmi di ricerca.
C.d.G.